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Allievi in ingegneria aerospaziale in Italia

Stavo recandomi alla consueta partita di calcio domenicale in compagnia di tre giovani matricole, appena iscritte ai corsi di laurea in ingegneria del Politecnico di Torino. Uno dei tre si era iscritto al corso di ingegneria aerospaziale. Trasecolai. Come ingegneria aerospaziale ? – chiedo. E lui, che doveva essere quello che si chiamava Jacopo, mi risponde convinto – si mi piacciono gli aerei, io voglio lavorare nell’industria -.
 
Sapevo che incominciare quel discorso non sarebbe servito a nulla e meno ancora terminarlo. Lo incominciai ugualmente. E gli dissi: – qualcuno ti ha mai detto come stanno le cose?-; – al tuo liceo ti hanno fatto dei corsi di orientamento? – E lui, stringendosi nelle spalle, : – No -.
Ecco, bene. E così continuiamo a sfornare laureati in discipline per le quali il sistema paese non è attrezzato per offrire loro uno sbocco di lavoro gratificante, continuativo e con una solida prospettiva. Sarai costretto a lavorare all’estero.
 
E lui:- ma c’è l’Alenia, ci sono enti statali che si occupano di progetti in campo spaziale. C’è tutta la parte di telecomunicazioni, ecc. ecc. -; Tutto vero, mi stava rovesciando l’introduzione al corso di ingegneria aerospaziale. Lo stesso che avevo letto io quindici anni prima.
Fare la parte del saggio, per via del fatto che c’è passato prima, è un ruolo poco gradevole. Si finisce per mostrarsi antipatici anche quando non lo si è. E così lasciai cadere il discorso senza insistere con argomentazioni, numeri e cifre. Mi limitai, per chiudere con leggerezza, a portare però un esempio che, dal mio punto di vista, valeva più di mille statistiche e di corsi di orientamento, ma che sapevo gli sarebbe parso una buffa trovata.
 
Gli feci notare che nel 1965, pochi anni prima che l’uomo (Niels Armostrong) posasse il proprio piede sulla Luna, proprio nel pieno della stagione inaugurata da John Kennedy in quel discorso del 25 Maggio del 1961, quando L’America, attraverso il progetto di conquista dello spazio, seppe rilanciare l’industria riconvertendo parte dell’industria bellica, andò in onda il primo episodio di Strega per Amore. Sit com in cui i protagonisti erano una giovane bionda strega Jeannie rinchiusa in una bottiglia e un ufficiale dell’aviazione statunitense che ritrovò la bottiglia sul bagnasciuga di un’isola dove aveva fatto naufragio. Ecco gli dissi. Il problema dell’industria aerospaziale in Italia è un problema di palinsesto. Non mi ero neanche accorto che erano scesi dalla macchina.
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