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L’ombra del missile nordcoreano (non solo) sull’Asia

È vero, non si tratta del primo missile che lancia la Corea del Nord. Ad aprile i nordcoreani avevano provato a spedire un altro missile che si è disintegrato nello spazio. Oggi, invece, la messa in orbita del razzo chiamato “Caro leader” – in ricordo dell’anniversario del leader Kim Jong-il- è stata molto più soddisfacente. E di conseguenza ha scatenato particolari tensioni nella regione asiatica.
Con quest’iniziativa il regime di Pyongyang infrange la normativa internazionale sui test nucleari del 2006 e del 2009. Cina e Stati Uniti hanno già protestato contro quello che considerano un test nucleare camuffato. Oltre all’impegno nel farlo, a insospettire di più è stata la fretta con cui la Corea del Nord ha sviluppato l’operazione: il lancio era previsto entro il 29 dicembre.

La versione ufficiale del Comitato coreano per la tecnologia spaziale sostiene che “sono stati trovati difetti nel motore del primo modulo di carico e per questo si è voluto estendere il periodo del lancio”. In altri comunicati si spiega che l’anticipazione è dovuta anche alle condizioni climatiche, alle previsioni di grande nevicate.

Basta dare uno sguardo al calendario degli appuntamenti più importanti dei Paesi vicini per trovare la chiave. Oltre all’insediamento di Barack Obama negli Stati Uniti e in Cina, altri due Paesi che fanno parte delle negoziazioni sul programma nucleare sono in fase di transizione politica. Il lancio del missile nordcoreano coincide con giorni decisivi per il futuro geopolitico dell’Asia: il prossimo 16 dicembre i giapponesi sceglieranno il prossimo governo, mentre in Corea del Sud l’appuntamento elettorale sarà il 19 dicembre. Le discussioni del programma in questo momento sono ferme.

In Giappone è favorito per la vittoria il Partito liberale democratico dell’ex premier Shinzo Abe, partito che ha guidato il Paese dalla fine della Seconda guerra mondiale fino al 2009. In questa occasione il Partito sfrutta gli errori commessi negli ultimi anni dalla gestione del Partito democratico.

Dopo il lancio del missile, il primo ministro giapponese, Yoshihiko Noda, ha detto che il governo rafforzerà al massimo il sistema di difesa e sicurezza di fronte alla possibilità che il missile entri in territorio coreano. Il ministro della Difesa, Satoshi Morimoto, ha detto che le forze armate saranno allertate perché il missile potrebbe colpire alcune zone della provincia meridionale di Okinawa. “Siamo in guardia perché non c’è nessun segnale obiettivo che ci possa rassicurare e fare cambiare programma”, ha detto Morimoto in conferenza stampa a Tokyo.

Secondo Yann Moo-jin, professore della facoltà di Studi nordcoreani della Seoul National University, il leader Kim Jong-un sta affrontando un alto rischio con la comunità internazionale. Il lancio del missile provocherà sanzioni da parte di molti Paesi e di conseguenza la Corea del Nord reagirà con energia: il regime senza dubbio sta aumentando l’attività nucleare o forse si tratta di un terzo test nucleare. Certo è che siamo entrati in un circolo vizioso che porterà ad una pericolosa escalation”.

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