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S’apre (forse) il processo a Bo Xilai

Le notizie di stampa danno per imminente l’apertura del processo a carico di Bo Xilai, ex stella della politica cinese caduto nel più grave scandalo della Repubblica popolare negli ultimi vent’anni. Secondo quanto riferito dal quotidiano hongkonghese Ta Kung Pao, vicino al Partito comunista, l’alto funzionario comunista in rovina sarà alla sbarra lunedì prossimo. Il processo si svolgerà a Guiyang, nella provincia meridionale di Guizhou la cui corte intermedia ha tuttavia smentito le indiscrezioni di stampa che si dice basate su “fonti pechinesi ben informate”.

Bo, 63 anni, dovrà rispondere di corruzione, abuso d’ufficio e complicità nell’omicidio dell’uomo d’affari britannico Neil Heywood.  Delitto per il quale la moglie di Bo, Gu Kailai, fu condannata a  morte. Pena poi sospesa a tramutata in ergastolo

A settembre fu la volta di Wang Lijun il superpoliziotto braccio destro di Bo nella lotta contro le triadi nella megalopoli di Chongqing, la cui fuga nel consolato statunitense di Chengdu lo scorso febbraio fece esplodere il caso. Wang dovrà scontare quindici anni di carcere per diserzione, corruzione e abuso di potere.

Lontano dall’immagine di grigiore che contraddistingue la dirigenza cinese, Bo Xilai si era imposto come un leader dinamico, artefice del boom di Chongqing e capace di attirare le luci della ribalta con una strategia di comunicazione che si rifaceva al maoismo; con le campagne anticriminalità, che i critici accusano essere state anche un modo per far fuori gli avversari; e soprattutto come catalizzatore di quella variegata galassia cui è stato dato il nome di nuova sinistra.

Ora lo attende una punizione esemplare. Almeno stando a quanto detto al Wall Street Journal dal vicepresidente esecutivo della Scuola centrale del Pcc, Li Jingtian, intervistato durante il Forum economico mondiale di Davos.

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