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Il mio pensiero sulle dimissioni del Papa

Nulla o poco da aggiungere all’intelligente e totalmente condivisa analisi redatta dall’amico Giannone sulla “renuntiatio” di Papa Benedetto XVI.

Stavo completando la lettura del primo libro di Papa Ratzinger sulla vita di Gesù quando, ieri mattina dalla TV mi è giunta verso mezzogiorno la notizia delle dimissioni del Papa annunciate nel Concistoro riunito nella solennità della Madonna di Lourdes.

Un sentimento di incredulità e di sgomento mi ha assalito, come credo abbiano provato molti cattolici in tutto il mondo, subito mitigato dalla certezza nella Fede che il Signore è con noi e lo sarà sempre e fino alla fine dei secoli.

Dolore per la perdita di una guida spirituale tra le più alte avute nella mia vita unito alla Speranza che lo Spirito Santo ancora una volta assisterà il collegio cardinalizio riunito nel prossimo Conclave nella scelta del successore.

Papa Ratzinger è il sesto Pontefice conosciuto dalla mia generazione, dopo Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, e Giovanni Paolo II. Ognuno di loro ha lasciato tracce indelebili nella nostra formazione cattolica e nel senso di appartenenza al Popolo di Dio.

Papa Ratzinger è il Papa della nostra ultima età, quello che più di tutti ci ha fatto riflettere sui pericoli del Maligno presente in noi, tra di noi e nella stessa Chiesa. E’, soprattutto, il Papa della sua prima grande enciclica “Deus caritas est” che ci ha ricordato essere l’Amore la cifra in cui si concentra la stessa sostanza del Supremo e la condizione indispensabile per la nostra Fede.

Infine è il Papa della “Caritas in veritate”, autentico faro per il nostro navigare nella città dell’uomo. La bussola che, attualizzando la dottrina sociale della Chiesa dalla Rerum Novarum di Leone XIII e dopo le encicliche giovannee (Mater et Magistra e Pacem in Terris), paoline ( Populorum progressio e Octogesima Aveniens) e wojtylane (Laborem exercens, Sollicitudo rei socialis, Centesimus Annus), sta alla base delle nostre stesse scelte che, con tanti limiti ed errori, tentiamo di realizzare, sul piano della nostra personale e autonoma responsabilità in politica.

Le tremende questioni analizzate dal prof Giannone nel suo lucidissimo articolo, sulle quali ha dovuto confrontarsi Papa Ratzinger, dal discorso di Ratisbona, agli ultimi interventi al collegio dei Bernardins a Parigi e al Bundestag di Berlino, sono la pesante eredità che, accanto ai problemi aperti all’interno della stessa Chiesa, il nuovo Pontefice dovrà affrontare.

Il gesto per certi versi rivoluzionario, dopo sette secoli, delle dimissioni del Papa, deve farci riflettere tutti noi che ci sentiamo parte del Popolo di Dio: cardinali, vescovi, preti, suore e laici. E’ tempo di superare assurdi contrasti e tiepidi accomodamenti con le derive relativistiche imperanti e riunirci attorno al primato di Pietro, nella riconferma della difesa assoluta dei valori non negoziabili con la fede nel Signore che non ci abbandona se solo seguiamo fedelmente la sua volontà.

 

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