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La Cina abbraccia l’India nella guerra commerciale con gli Stati Uniti

Guardando all’attenzione dedicata della stampa internazionale (e sorprendentemente anche da quella italiana) sembrano davvero arrivati i tempi di “Cindia”. Tuttavia la stretta di mano tra i premier Li Keqiang e Manmohan Singh davanti ai flash dei fotografi è troppo poco per costruire una reale alleanza, o una amicizia. Pechino e Nuova Delhi restano molto lontane sul piano strategico e diplomatico. L’India è un alleato di ferro degli Stati Uniti. Per Washington, gli indiani sono l’anello più robusto della catena di alleati costruita per frenare l’ascesa dell’ex Impero di mezzo. L’accordo sul nucleare tra Washington e New Delhi firmato dall’allora presidente George W. Bush, ha rappresentato’l’investitura  dell’India a baluardo contro l’espansionismo cinese in Asia meridionale e orientale. C’è poi la spinosa questione dei rapporti tra la Cina e il Pakistan, arcinemico degli indiani. La Cina è uno dei principali fornitori militari del Pakistan, al quale cede armamenti e tecnologia senza porre condizioni sull’utilizzo.

Ma nonostante divergenze e sospetti reciproci, Cina e India sono destinate a trovare un’intesa. “Cina e India, vivono fianco a fianco, sono destinati a stare insieme”, ha riconosciuto il primo ministro cinese Li. I rapporti commerciali ed economici sono la chiave di tutto. Ad oggi il volume degli scambi tra Pechino e New Delhi ammonta a 65 miliardi di dollari, ma l’obiettivo è arrivare a quota 100 miliardi entro il 2015. Da almeno un decennio si parla della complementarità delle economie dei due giganti asiatici, l’hardware cinese e il software indiano. Insomma prodotti e manufatti, in cambio di servizi. Accedere allo sterminato mercato indiano sarebbe un grande successo per la Cina nella grande battaglia commerciale con gli Stati Uniti. L’America sta lavorando con l’Unione europea ai negoziati per un accordo di libero scambio. Ma gli Stati Uniti si fanno sempre più aggressivi in Estremo oriente, il giardino di casa della Cina. Nell’area dell’Asia-Pacifico, Washington sta tessendo una fitta rete commerciale attraverso la Tpp (Trans Pacific Partnership), un  accordo che prevede l’abbassamento delle tariffe doganali e la costruzione di quella che – con quasi 800 milioni di consumatori e il 40% circa dell’economia globale – diventerà la più grande zona di libero scambio del mondo. Per non trovarsi  in difficoltà sui promettenti mercati asiatici, la Cina  punta sulla costruzione di una struttura commerciale ‘trilaterale’ con Giappone e Corea del Sud. Poi   potrebbe essere la volta dell’India.

 

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