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Sorpresa, gli americani accettano la sorveglianza (telefonica)

Sicurezza o libertà? Per la maggioranza dei cittadini statunitensi, sacrificare parte della privacy per garantire la sicurezza nazionale è accettabile. Lo rivela un sondaggio del Pew Research, che sottolinea tuttavia come una “folta minoranza”, il 41 per cento degli intervistati, è contrario ai metodi dell’Nsa e al controllo dei tabulati telefonici svelato da un’inchiesta del Guardian che ha messo in imbarazzo l’amministrazione di Barack Obama.

La reazione non si discosta molto da quella del 2006, quando a essere svelato fu il programma di sorveglianza portato avanti dall’amministrazione di Georg W. Bush. A cambiare sono le convinzioni dell’elettorato. Se durante l’era Bush il 75 per cento dei repubblicani, oggi all’opposizione, accettava la minore tutela della privacy, oggi lo fa soltanto il 52 per cento.

Le percentuali sono inverse nel campo democratico, anche rispetto a come i sostenitori del partito di Obama la pensavano sette anni fa. Nel 2006 il 61 per cento dei democratici considerava inaccettabili i programmi si sorveglianza oggi sono il 34 per cento. Quelli che invece gli appoggiano sono passati dal 34 per cento al 61.

Più preoccupazione c’è invece per quanto riguarda il monitoraggio di internet per prevenire il rischio di attacchi terroristici. In questo caso il 52 per cento degli statunitensi dice che no, al governo non dovrebbe essere concesso farlo.

Una divergenza d’opinione che secondo il sito The Verge potrebbe dipendere dalla diversa percezione di cosa siano i metadati telefonici e degli usi che se ne possono fare rispetto alle informazioni raccolte online.

Un’opinione che va messa in relazione con altre percentuali emerse dal sondaggio. Poco più uno statunitense su quattro dice di aver seguito con attenzione le notizie sui dati passati dal gestore Verizon all’Nsa. Lo stesso vale per la sorveglianza online.

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