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Un nuovo Centro per andare oltre l’esperienza berlusconiana

Dalla fine della seconda guerra mondiale al 1992/93 (gli anni sciagurati di “Mani pulite”) l’Italia era stata governata da partiti che si collocavano al centro.

A destra c’era un partito che veniva lasciato fuori perché si rivolgeva soprattutto ai nostalgici del fascismo (anche se raccoglieva voti non certo e non sempre eversivi, il Movimento Sociale Italiano, con sigla MSI).

A sinistra c’era un partito inizialmente troppo legato al comunismo sovietico e veniva escluso (anche se ad un certo punto si era aperto un dialogo; era il Partito Comunista Italiano, con sigla PCI.

Questo partito aveva non poche forme di coinvolgimento al potere (nelle Regioni Rosse; nella gestione di importanti iniziative economiche “le cooperative rosse” e in accordi sottobanco con i partiti di governo).

In mezzo la Democrazia Cristiana, sigla DC ed i suoi alleati (il Partito Liberale Italiano, sigla PLI, il Partito Social Democratico Italiano, sigla PSDI, Partito Repubblicano Italiano, sigla PRI). Inizialmente il Partito Socialista Italiano, sigla PSI era legato strettamente al PCI. Ma poi le alleanze della Dc avevano incluso anche il PSI quando ruppe il legame strettissimo col PCI.

Il partito si è poi sempre più avvicinato alle evoluzioni della socialdemocrazia europea degli anni ’60, soprattutto con le ridefinizioni successive all’affermazione della linea autonomista dopo i fatti d’Ungheria.
Fino alla attribuzione al segretario del PSI della Presidenza del Consiglio con Bettino Craxi.

Poi è crollato tutto con Mani Pulite e la politica è diventata o di destra (Berlusconi) o di sinistra con tutti i membri della sinistra (ma inizialmente dominata dal PCI che era rimasto indenne dagli scandali). E il Centro era sparito.

Quando sembrava che la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto stesse per vincere le elezioni e conquistare il potere, nasce il movimento di Berlusconi che raccoglie le sbandate truppe centriste. E diventa il nemico pubblico numero uno della procura di Milano.

Berlusconi sdogana il MSI di Fini e si pone, con questa mossa, a destra.
Vince le elezioni, si allea anche con la Lega di Bossi e con un uomo della DC, Casini.

Ma la vita è breve e viene fatto cadere dalla Procura di Milano.

Poi Berlusconi perde un pezzo a destra, Fini che non è più MSI ma Alleanza Nazionale, lascia Berlusconi. Poi si stacca anche Casini, ma Berlusconi resta a capo del Governo.

Ma la situazione internazionale si mette al peggio a causa della mancata reazione dell’Eurozona alle drammatiche vicende del crack americano con i mutui sub prime che impestano l’economia mondiale.

La sostituzione di Berlusconi con Monti non ha risolto i gravi problemi italiani.
Forse sarebbe ora di pensare che gli italiani erano più centristi che estremisti e che la ricostruzione di un partito di centro potrebbe ridare fiato a riformisti moderati.

Ma adesso un ex alleato, centrista di nascita, che conserva nel suo simbolo lo stemma DC, lo invita a contribuire alla creazione di un nuovo centro.
Fini e la sua Alleanza Nazionale ormai non esistono più. Non c’è più la destra.

La Lega Nord è un partito forte al Nord Italia, ha posizioni liberiste e quindi vicine a quelle di un centro contrario allo statalismo che ha rovinato l’economia italiana.

Berlusconi adesso deve puntare a ricreare un centro capace di contrastare lo statalismo che tanti danni ha portato all’economia italiana.

Le ultime elezioni hanno dato due segnali molto importanti:
– il più forte e il più pesante è un distacco dal voto molto più forte delle abitudini popolari finora esistenti;
– il secondo è la nascita di un partito solo di protesta che vuole distruggere i partiti esistenti (PD e PDL) ma non disponibile ad alleanze con i due partiti.

Chi volesse combattere queste due forme di distacco dalla politica propositiva, deve ridare al popolo del Centro un messaggio chiaro e costruttivo.

Credo che il Presidente Napolitano non voglia che si vada a nuove elezioni senza precise garanzie che si cerchi di ridare all’Italia un Governo che combatta le piaghe di un’economia in crisi e la nascita di una proposta centrista credo potrebbe essere considerata positivamente.

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