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Ecco come sfilare la rete Telecom dalle grinfie di Telefonica

La recente cessione di quote azionarie in mani italiane dalla Telecom alla spagnola Telefonica ha animato un acceso dibattito anche in seno alla comunità di intelligence nazionale. Oggetto del contendere, i diversi problemi di sicurezza connessi al controllo della maggiore compagnia di telecomunicazioni (TLC) nazionale. In questa prospettiva, la possibilità di uno scorporo della rete (la cui gestione rimarrebbe comunque in mano italiana) rappresenta una soluzione certamente auspicabile.

La sicurezza delle reti Tlc e l’attenzione dell’Intelligence italiana alle minacce fisiche e cibernetiche è stata uno degli argomenti di discussione nel corso del Convegno annuale della Società Italiana di Scienza Politica che si è tenuto il 12-15 settembre scorso al “Cesare Alfieri” di Firenze. Per la prima volta, alla presenza dell’Autorità Delegata per la Sicurezza della Repubblica Senatore Marco Minniti, si sono tenuti due panels dedicati al ruolo dell’Intelligence di fronte alle sfide della globalizzazione.

Tra i vari papers, il nostro proponeva un approccio di studio alla difesa delle Infrastrutture critiche nazionali tra cui, ovviamente, la rete TLC. Il nostro proposito è indirizzato a superare un approccio diffuso che considera la minaccia cyber ad infrastrutture Tlc di competenza del ministero delle Telecomunicazioni e Infrastrutture piuttosto che di un organo ad hoc del ministero della Difesa o dell’Intelligence.

La possibilità che un attacco cibernetico abbia effetti fisici con ricadute sulla nostra vita quotidiana è una realtà da quando le reti cosiddette cyber-fisiche e i sistemi SCADA sono diventati centrali nella regolazione del funzionamento delle infrastrutture critiche nazionali (dighe, centrali elettriche, reti di telecomunicazioni e infrastrutture autostradali. Con il termine Infrastruttura Critica (IC) s’intende “il complesso degli impianti e delle installazioni occorrenti all’espletamento di servizi”. Come dimostrato dal caso del black-out del 28 settembre 2003, durante il quale l’Italia restò al buio per oltre 12 ore (alcune zone addirittura 24 ore), il rischio che il failure di una IC provochi un effetto a cascata rende centrale, per un’analisi sulla sicurezza delle IC, il concetto di interdipendenza.

Per interdipendenza s’intende una relazione bidirezionale tra due infrastrutture attraverso cui lo stato di ciascuna è influenzato o correlato allo stato dell’altra. L’interdipendenza tra IC è tipica dei cosiddetti “sistemi di sistemi” ed è classificabile a seconda degli strati che coinvolge: si parla cioè di interdipendenza fisica, cyber, geografica e logica.

La centralità delle reti nella geopolitica e nella geo-economia del XXI secolo, come dimostrato dai fatti di Telecom e Telefonica di questi giorni, suggeriscono di ripensare i convenzionali approcci di difesa sin qui sperimentati. In questa prospettiva, se le reti infrastrutturali sono il primo asset nazionale da proteggere e gli eserciti convenzionali possono essere aggirati da nuove minacce cibernetiche, ciò che va ripensato è da un lato la cooperazione tra pubblico e privato, dall’altro gli strumenti e le dottrine di difesa.

La teoria matematica dei grafi e il calcolo algoritmico consentono di mappare le relazioni di interdipendenza tra IC e calcolare il fattore di rischio di una failure delle reti nazionali. Il nostro studio tenta di ipotizzare l’inizio di un percorso di ricerca che, grazie alle applicazioni nel campo della difesa delle network science e della teoria dei grafi permetta da un lato di individuare le criticità di un sistema di IC nazionali e dall’altro di sviluppare modelli predittivi e di valutazione del rischio a disposizione del decisore politico.

Ogni anno il World Economic Forum elabora un Risk Interconnection Map che, grazie alla teoria dei grafi, mette in luce i nodi (hub) di connessione tra i vari insiemi di IC (economia, ambiente, geopolitica, società e tecnologia). La network science, intesa disciplina che agevola lo studio dei sistemi complessi come le reti cyber-fisiche, costituisce un prezioso strumento per calcolare l’importanza dei nodi di interconnessione vitali per una IC. Per reti cyber-fisiche s’intendono i sistemi (come gli SCADA systems) che integrano “le attività di comunicazione ed elaborazione al fine di monitorare e/o controllare strutture nel mondo fisico, agendo globalmente in maniera virtuale e localmente in maniera fisica”.

A titolo puramente intuitivo, per comprendere l’importanza della network science nella comprensione delle possibili forme di cooperazione nella difesa delle IC, si pensi al volo in formazione di uno stormo. Gli uccelli che compongono lo stormo sviluppano forme di interdipendenza che gli consentono un volo coordinato e allo stesso tempo cooperativo: la distanza tra un uccello e un altro, infatti, sembra calcolata esattamente per impedire un’angolazione di attacco favorevole al falco predatore. In altri termini col corpo gli uccelli fanno quello che gli spartani facevano con lo scudo: si coprono l’un l’altro. Lo stormo di uccelli e la falange spartana sviluppano una difesa cooperativa tipica dei sistemi complessi, tale per cui, al venir meno di un nodo di interconnessione c’è il rischio di una failure complessiva (effetto cascata), esattamente quello che può succedere se viene colpita una infrastruttura critica vitale come quella delle telecomunicazioni.

La centralità della infrastruttura Tlc è stata evidenziata dai nostri Servizi già nella relazione annuale al Copasir nel 2010, dove si parlava della infrastruttura Tlc in termini di “infrastruttura delle infrastrutture”. Al fine di superare vincoli conservativi da parte di singoli ministeri “gelosi” delle proprie prerogative, anche la sicurezza cibernetica delle reti Tlc, grazie al DPCM del 24 gennaio 2013, è oggi di competenza inter-ministeriale. In seguito alla creazione del Nucleo Interministeriale Situazione e Pianificazione, previsto dallo stesso Decreto, viene istituito un Tavolo Interministeriale di Sicurezza Cibernetica competente per la sicurezza anche della rete TLC nazionale, che – dati gli ultimi sviluppi – potrebbe finire in mano a Telefonica.

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