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Energia dal cuore della Terra

“Per la prima volta si riesce a parlare, in Italia, non soltanto di ricerca e di studio, ma di applicazione, nella vita pratica e di tutti i giorni, della geotermia”. Con queste parole Enrico Brugnoli, Direttore del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologia per l’Ambiente del Cnr, ha aperto il convegno finale del progetto Vigor, che si è svolto oggi al Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma.

La nostra Terra ci fornisce una ricchezza in campo energetico inestimabile. Il progetto Vigor vuole scoprire, conoscere e utilizzare questa fonte. Il progetto di “Valutazione del potenzIale Geotermico delle regioni della convergenza”, VIGOR, appunto, frutto dell’Intesa Operativa tra il Ministero dello Sviluppo Economico e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, nasce nel 2010, con un investimento di 8 milioni di euro, dall’esigenza di creare progetti e modelli applicabili concretamente per produrre energia rinnovabile da fonte geotermica, cioè da quell’energia generata dal calore presente negli starti più profondi della crosta terrestre.

In questo modo si vorrebbe diminuire l’utilizzo e lo sfruttamento del petrolio e del carbone e soprattutto tentare di abbassare, così, la percentuale di emissione di anidride carbonica che attualmente nella nostra atmosfera ha raggiunto le 400 parti per milione. Gli studi, a cui hanno partecipato 10 istituti Cnr, le principali università delle aree interessate, e altri enti di ricerca, quali l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e l’ Analysis and Mornitoring of Enviromental Risks (AMRA), hanno messo a disposizione dati e ricerche in modo da permettere alle regioni interessate, definite Regioni di Convergenza, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, di effettuare progetti esecutivi di utilizzo delle loro risorse geotermiche.

La valutazione del potenziale geotermico ha portato alla progettazione di otto impianti, due per ogni regione. In Calabria le perforazioni hanno riguardato le zone di Rende e le Terme di Caronte; in Campania Guardia Lombardi e Mondragone; in Puglia gli studi sono stati fatti a Bari e a Santa Cesarea Terme; e in Sicilia a Mazzara del Vallo e Termini Imerese. Il Cnr si occupa di geotermia da oltre 30 anni, e grazie ai suoi laboratori e al team di esperti, ha potuto fornire una completa individuazione e valutazione delle risorse.

“Vigor ha fatto tesoro di tutte le informazioni, non abbiamo preteso di inventare la ruota”, commenta Adele Manzella, dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG – CNR). “Il nostro compito è stato quello di avere una visione completa dei dati pregressi a partire dall’inventario delle risorse, oltre la bibliografia scientifica di settori affini. E tutto è stato raccolto in un database virtuale in modo da poter condividere i risultati. L’innovazione non è stata sulle nuove tecnologie, ma sulla realizzazione di progetti realisticamente attuabili nel tempo a nostra disposizione. Inoltre la valutazione del potenziale non è partita dalla tecnologia ma dai quadri globali dei territori”.

Vigor ha indagato, inoltre, quattro esperienze europee di successo utili per proporre impianti analoghi anche nelle Regioni della Convergenza. I risultati, a cui ancora mancano gli ultimi dati finali degli otto siti, che saranno elaborati entro il 21 ottobre, fine del progetto, si spera portino a un’applicazione della geotermia per usi quotidiani, fornendo anche uno studio di accettabilità sociale che mancava in Italia. “Inoltre”, ha concluso Brugnoli, “è fondamentale accorciare il tempo di trasferimento dei risultati delle ricerche per portarli nell’applicazione pratica sia per gli enti locali sia per le industrie per cercare di dare una mano al paese in questo tempo di crisi”.

L’USO DELLA GEOTERMIA

Termometro usi geotermia in base alla temperatura dei fluidi disponibili

Foto: Claudio Scarpino, Ufficio Stampa Cnr

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