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Quando la democrazia rischia

Dobbiamo riabituarci a considerare la democrazia come un processo in perenne definizione. Oggi, nella nostra mentalità, essa è definita come un modello certo ed acquisito per sempre, addirittura esportabile in contesti nei quali non vi è stata un’adeguata maturazione.

La democrazia rischia quando non è problematizzata, quando le sue ragioni si fanno dominio e le sue debolezze si fanno maschera per forme autoritarie di organizzazione della convivenza.

La democrazia è per sua natura imperfetta e, proprio in questo, può ritrovare le possibilità della sua ri-creazione; ciò si può realizzare nella partecipazione attiva di cittadini che, continuamente, riscoprono le virtù e i limiti dei processi democratici. Partecipazione che diventa riappropriazione, condivisione, naturale responsabilità verso il destino dell’altro che è altro DI noi.

Senza la consapevolezza, in noi, della imperfezione del processo democratico si rischia che tale grande conquista diventi uno strumento dannoso, di negazione delle libertà proprio quando queste si rendono valore assoluto. La democrazia rischia se non si “immerge” nel mondo della vita, contaminandosi per fecondarsi e per ri-crearsi.

Tanti autori hanno scritto del pericolo di degenerazione della democrazia. Fra gli altri, per stare all’attualità, segnaliamo l’intervento di Francis Fukuyama sul Corriere della Sera di oggi, America in trappola, dove l’autore analizza i rischi che il sistema USA si trasformi in una “vetocrazia”.

 

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