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Iran, ecco le vignette che irridono l’Isis

Il comune di Teheran ha finanziato un concorso internazionale di vignette contro lo Stato Islamico. La capitale iraniana ha invitato artisti di tutto il mondo a partecipare. Secondo l’agenzia di Stato Irna, le vignette dovranno “concentrarsi sui crimini commessi dall’organizzazione terroristica”.

SVEGLIARE LE COSCIENZE

Mohammad Habibi, direttore del concorso, ha detto al quotidiano Tehran Times che sono pervenuti più di 800 lavori da 40 Paesi. Si è proceduto a una prima selezione di 280 vignette, che sono state pubblicate sul sito. I vincitori saranno annunciati il 31 maggio. “Tutto il mondo conosce lo Stato Islamico, i crimini che ha commesso contro l’umanità, l’arte e la cultura. E gli artisti hanno l’obbligo di svegliare la coscienza pubblica”, ha spiegato Habibi.

PRESUNTI LEGAMI

Queste vignette contro il Daesh, il nome arabo dello Stato Islamico, suggeriscono presunti legami tra il fenomeno jihadista e gli Stati Uniti e Israele. Ma non è l’unica critica che viene mossa al concorso e all’atteggiamento dell’Iran.

PUGNO DURO

Il 19 maggio scorso, il regime ha rinviato a giudizio una vignettista di 28 anni per avere dipinto alcuni parlamentari iraniani con teste di animali. La ragazza era già stata arrestata e messa in isolamento per cinque mesi a dicembre, sempre a causa delle sue caricature, e ha denunciato maltrattamenti durante la prigionia.

PUNIZIONE INCOMPRENSIBILE

Una punizione che – per molti osservatori – stride fortemente con la libertà che il regime sciita degli Ayatollah ha voluto trasmettere al mondo indicendo il concorso contro i jihadisti sunniti dell’Isis.

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