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Libia, tutte le ultime (pessime) novità

Nuova conquista dello Stato Islamico in Libia. Secondo l’osservatorio Site, l’organizzazione terroristica avrebbe preso il controllo di Sirte, città natale di Muammar Gheddafi, fino ad oggi in mano alla milizia islamica Fajr Libya.

LA CENTRALE ELETTRICA

Ad ovest di Sirte c’è un’importante centrale elettrica che fornisce la zona centrale e occidentale del Paese nordafricano. “Ora la centrale elettrica è sotto il controllo di Isis. Adesso Sirte è libera completamente”, hanno scritto su Facebook simpatizzanti jihadisti. Su Al Wasat, invece, sono state diffuse fotografie dei posti di blocco e dei combattimenti degli estremisti islamici con armi pesanti, intenti a ispezionare la centrale elettrica e la città o ancora davanti a cadaveri di componenti di Fajr Libya.

CAOS NEL DESERTO

Per l’emittente Al Arabiya, l’Isis s’è insediato sul punto “più alto della città e sui palazzi del governo in Libia”. Le milizie jihadiste sono riuscite ad entrare a Sirte dopo aver vinto sulle milizie di Misurata, che si sono ritirate dalla zona. Fonti del governo di Tripoli sostengono che circa 3mila jihadisti, provenienti da Tunisia ed Egitto, occupino il deserto meridionale.

LA MORTE DI AL WASH

A Bengasi, nel frattempo, sono morte 14 persone dopo violenti combattimenti tra forze del governo libico riconosciuto a livello internazionale, quello di Tobruk, e gruppi armati locali. A Misurata è morto invece Al Taher al Wash, capo dell’intelligence di Fajr Libia, che appoggia il governo islamico di Tripoli. Proprio al Wash sarebbe stato alla guida degli ultimi combattimenti tra le milizie di Misurata e i jihadisti dello Stato Islamico a Sirte.

TUTTI CONTRO ISIS

Il timore che l’Isis prosegua la sua marcia verso Misurata o Tripoli ha agevolato una tregua tra alcune milizie nell’ovest della Libia. “Daesh (acronimo in arabo per riferirsi all’Isis) è più pericoloso di Zintan”, ha detto al quotidiano spagnolo El Mundo un miliziano di 36 anni, in riferimento ai suoi nemici, a loro volta alleati di Tobruk: “Abbiamo deciso di fermare gli scontri perché tutti assieme dobbiamo combattere a Sirte contro lo Stato Islamico”.

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