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Così Isis minaccia Erdogan

Nuova minaccia digitale dello Stato Islamico. L’organizzazione terroristica ha diffuso un video intitolato “Un messaggio alla Turchia”. Gli estremisti islamici sostengono di volere “conquistare Istanbul” e farlo diventare territorio del Califfato. L’ultimo avvertimento dei jihadisti è diretto al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Fino ad ora il governo turco era visto come un elemento passivo nella guerra contro Isis in Siria e Irak. Ma dopo la strage a Suruç il 20 luglio, dove Isis ha ucciso 32 ragazzi turchi, la Turchia ha cambiato idea e ha avviato con gli Stati Uniti un’offensiva comune.

CONTRO LA TURCHIA LAICA

Nel video di Isis un militante spiega che “in primo luogo, è necessario che vi pentiate dei vostri errori, causati da quel traditore Satana e dai suoi amici… Il popolo turco dovrebbe rifiutarsi di accettare la democrazia, le leggi umani e tutte le forme del male”, ha detto. Il jihadista critica il fondatore della Repubblica turca, Mustafa Kemal Atatürk, perché “ha forzato il popolo turco a negare la sua religione”.

ERDOGAN SATANA

Ma il “Satana” al quale si riferisce il terrorista è Erdogan: “Non ha governato secondo le leggi di Allah. Si è avvicinato ad americani, ebrei e tutti i membri laici di Pkk; agli amici di Atatürk, all’Esercito siriano libero, alle spie della famiglia reale saudita… insieme al leader dei cedenti, Abu Bakr Al Bagdadi, discendente del Profeta, conquisteremo Istanbul, territorio che il traditore Erdogan cerca di consegnare ai crociati”.

Il video di Isis è la conferma di un cambio di atteggiamento, dopo l’inizio della guerra turco-americano contro gli estremisti islamici. Le autorità turche hanno detto di avere scoperto più di 30 giubbotti con esplosivi nell’ultimo mese.

CAMPAGNA MEDIATICA

Non si sa di certo quanti turchi sono entratati a fare parte di Isis. Un sondaggio di Metropoll sostiene che l’1,3% dei turchi simpatizza per il Califfato. A giugno, Isis ha lanciato una nuova rivista in turco chiamata Konstantiniyye, con l’obiettivo di conquistare nuovi militanti in Turchia. Sul primo numero della pubblicazione c’era un articolo che richiamava alla conquista della città di Istanbul “senza armi né spargimento di sangue”, e una serie di articoli sulla partecipazione dei gruppi islamisti nel processo elettorale. “La democrazia non sarà mai compatibile con l’Islam”, si legge in un testo.

TRATTATIVE (IN)FINITE

Intanto, alla minaccia di Isis si somma l’instabilità politica in Turchia. A meno di una settimana della scadenza per le trattative, il primo ministro Ahmet Davutoglu del partito islamista Akp ha abbandonato i negoziati per trovare un accordo, per cui molto probabilmente dovrà convocare elezioni anticipate entro ottobre. A giugno i turchi sono andati a votare, ma nessun partito ha preso la maggioranza. In questo caso il presidente dovrebbe cercare un accordo per un governo di coalizione.

NUOVE ELEZIONI

La stampa turca, invece, sostiene che Erdogan voglia convocare direttamente nuove elezioni per cercare una maggioranza assoluta. Così potrà riformare la Costituzione e imporre un sistema presidenziale che dà poteri esecutivi al capo dello Stato. Secondo i sondaggi, l’Akp di Erdogan perderebbe altri voti, mentre l’Hdp potrebbe superare la soglia del 10% per entrare in Parlamento.

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