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Ecco le vere priorità per l’Italia

Non avevo mai pensato che ci fossero persone così desiderose di entrare nella Storia del Paese da volerla addirittura superare, perché di questo si tratta. Prendiamo atto che ci sono stati ‘troppi’ illuminati politici e governanti negli ultimi anni, troppi ‘re soli’ che hanno superato l’umana ambizione di entrare nella storia, piuttosto hanno desiderato e ottenuto di superarla. Non mi riferisco alle sole e legittime ambizioni personali o alla frequente e vogliosa tentazione di apparire in tv e cavalcare la notizia di giornata.

Dobbiamo prendere atto che le serie storiche, in peggio, il nostro Paese le sta superando tutte, da quelle sulla economia e società nel Mezzogiorno a quella della disoccupazione giovanile. Inutile prendersela con Svimez, Istat o FMI per le loro analisi e le loro osservazioni. Appare francamente deprimente osservare come anche le grandi testate si interessino solo fulmineamente dei dati tragici e ‘ultrastorici’ che sta conquistando il Paese e annientando generazioni e futuro.

Ormai tutto scivola così velocemente che della ‘generazione perduta’, descritta come generazione sacrificata nel mio libro del 2013 ‘Le quattro sfide dello sviluppo’, si sono perse le tracce con la stessa rapidità con la quale si è sorvolato sull’impoverimento delle famiglie e la tragedia della denatalità del Paese.
Nessuno pretende ricette ‘fast and furious’, ma nessuno può fingere che dalla politica delle ambizioni storiche annunciate si possa passare alla ‘distrazione permanente’.

Se è vero che non basta invocare le riforme, né promettere ‘eldorado futuri’ per tutti sia sufficiente, è anche vero che una frenata brusca e condivisa da tutte le forze politiche sarebbe urgente. Le sfide dello sviluppo sono tutte lì, ancorate da anni davanti ai nostri piedi e saltarle ‘alla cavallina’ ogni volta ed ad ogni cambio di maggioranza, non aiuterà né il Paese né i futuri ‘cavalli di razza’.

Avere un grande progetto e camminare con i piedi per terra potrebbe essere la migliore pratica per andare avanti, piccoli passi di un lungo cammino dove riforma Rai, delle Istituzioni etc. sono molto importanti ma, mi permetto, vengono ben dopo la fame e la mancanza di futuro diffuso. D’altronde, un Paese senza neonati e con generazioni perdute e sacrificate, non si può certo permettere solo le politiche ‘storiche’, le deve superare.

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