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Perché Angela Merkel teme la destra di AfD

Di Paolo Becchi e Cesare Sacchetti

Il Super-Sonntag di oggi, come lo hanno ribattezzato alcuni giornali tedeschi, sarà probabilmente un importante giro di boa per testare la forza della Cdu della Cancelliera, Angela Merkel. La leadership della lady di ferro tedesca negli ultimi mesi appare messa in discussione da un lato, dall’ala della Cdu più critica sulla gestione dei migranti capitanata da Christian von Stetten, e dall’altro dalla continua ascesa del partito anti-euro e anti-immigrati, Alternative für Deutschland, che continua a erodere fette di elettorato moderato al partito della Merkel. Non sarà probabilmente un test decisivo per rimettere in discussione la leadership della Merkel, ma offrirà un momento significativo di riflessione per capire l’effettivo consenso di una parte non trascurabile dell’elettorato tedesco, verso le politiche che la Cancelliera ha realizzato fino a questo momento della sua legislatura. Su tutte, spicca il nodo della questione dei migranti, sulla quale la Cancelliera si gioca moltissimo della sua credibilità. La politica delle porte aperte e dell’accoglienza senza limiti, sembra sempre più impopolare specialmente in quei Länder dell’Est della Germania, come quello di Sassonia-Anhalt, afflitti da alti tassi di disoccupazione e che corrono il serio rischio di trovarsi in competizione con una manodopera a basso costo in arrivo dai teatri di guerra del Medio Oriente.

Quello che queste elezioni regionali potrebbero cambiare sono gli equilibri politici tra i due principali partiti, la CDU e la SPD, che fino ad oggi hanno rappresentato l’asse portante della politica tedesca. Si prenda il Land della Renania-Palatinato, una vera e propria roccaforte in mano al partito socialista tedesco da 25 anni. Questa volta, secondo gli attuali sondaggi, la distanza tra i due partiti in questo Land sembra molto più sottile, e la SPD potrebbe essere costretta a ricorrere all’appoggio della CDU, rendendo così probabile l’ipotesi di una grossa coalizione. L’elettorato della SPD sembra spostarsi verso l’area moderata , attirato dalle politiche di accoglienza della stessa Merkel che supera il partito socialista tedesco sul suo stesso terreno.

Ma il vero test per entrambi i partiti sarà in Baden-Wuerttemberg, il terzo Land più popolato in Germania e zoccolo duro dell’industria tedesca, governato attualmente da Winfried Kretschmann, esponente del partito Verde. In questa regione governa una maggioranza costituita da Verdi e SPD, e le aspirazioni della CDU di riconquistare questo Land, potrebbero scontrarsi con l’ascesa di Alternative für Deutschland, vero e proprio terzo incomodo in queste elezioni regionali. Il ritorno della destra tedesca antieuro e contro le politiche di accoglienza indiscriminate può facilmente interpretarsi come l’effetto delle politiche dei confini aperti. Da questo deriva il malessere dell’elettorato moderato tedesco che chiede un cambio di rotta sulla gestione dei flussi migratori, e inizia a guardare anche a formazioni politiche di destra radicale.

La Merkel su questo punto, fino ad oggi, ha seguito una linea precisa. Non ha cercato di arginare l’arrivo dei flussi migratori, ma ha fin da subito dichiarato l’assoluta disponibilità della Germania a ricevere quanti più migranti possibili. La questione umanitaria su questo ha avuto poco o nessuno peso, dal momento che queste dinamiche sono state incoraggiate e sostenute dalle industrie tedesche per permettere un processo di deflazione salariale, in grado di aumentare la competitività dell’export tedesco che solo lo scorso anno ha fatto registrare un surplus commerciale superiore al 8%. Un vero e proprio record che viola la regola europea del 6% come limite al surplus della bilancia commerciale, ma sulla quale la Commissione Europea fino ad oggi ha taciuto. Questa strategia esercita tensioni al ribasso sulle politiche salariali, e l’aumento dei flussi migratori non ha aiutato di certo ad invertire questa tendenza. Probabilmente lo strappo tra la Cancelliera e il suo elettorato, si è consumato a Colonia con le violenze della notte di Capodanno, nella quale centinaia di donne tedesche hanno denunciato aggressioni sessuali da parte di squadre di migranti che hanno agito di concerto per realizzare degli stupri di gruppo. Il ratto di Colonia ha cambiato duramente la percezione del fenomeno nell’opinione pubblica tedesca. La Germania si è risvegliata impaurita e scossa da una situazione inedita nella sue recente storia moderna. L’ascesa dei partiti della destra anti euro e di quella radicale, già da tempo in ripresa, ha conosciuto delle punte senza precedenti.

Alternative für Deutschland, oggi, potrebbe affermarsi come il secondo partito della Germania, superando in un Land la SPD, che a questo punto rischia di essere il vero sconfitto di questa competizione elettorale. Non è difficile prevedere le conseguenze di questa eventuale sconfitta per la SPD, che rischia così di vedere messo in discussione il suo ruolo di stampella nella grande coalizione a livello nazionale, e per la stessa Merkel, che vedrebbe bocciate le sue scelte da una parte dell’elettorato moderato.

Non sono solo in ballo i rapporti di forza all’interno della politica tedesca, ma il ruolo stesso che la Germania della Merkel ha assunto in questi anni in Europa. L’austerity in economia fino ad oggi resta il verbo senza discussione del governo tedesco che continua a impedire sul nascere ogni possibilità di ripresa della domanda aggregata dei paesi del Sud Europa. Questa politica economica non solo impedisce una seria possibilità di ripresa delle economie del Mediterraneo, ma ora comincia a danneggiare anche la domanda interna dell’economia tedesca che continua a comprimere verso il basso il livello dei salari. Un’inversione di tendenza in questa strategia potrebbe venire dall’aumento dell’3,5 % della spesa pubblica, annunciato dal Ministro delle Finanze Schäuble, per fare fronte all’emergenza dei migranti e stanziare così dei finanziamenti per la realizzazione di strutture per i migranti.

Il dato di fondo con il quale deve fare i conti la Merkel è il ritorno della destra tedesca che potrebbe presto accreditarsi come credibile alternativa anche a livello nazionale. Se la Cancelliera dovesse superare questo esame, non è difficile immaginare che la sua leadership possa proseguire senza troppi ostacoli, ma se in caso contrario dovesse fallire, la prospettiva di ritorni di fiamma nazionalistici si farebbe sempre più concreta.

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