Sarà un’Alitalia irlandese quella che nascerà dal nuovo piano industriale. Fabio Savelli, sul Corriere della sera, spiega che il modello di riferimento della nuova Alitalia sarà Aer Lingus, l’ex compagnia di bandiera irlandese che la concorrenza delle low cost la conosce bene, avendo visto nascere in casa Ryanair. Oggi Aer Lingus si definisce una compagnia ibrida, a metà tra il modello tradizionale e quello appunto delle aerolinee a basso costo. Un modello che Etihad conosce bene, essendo stata fino a due anni fa azionista di Aer Lingus.
La compagnia di Abu Dhabi avrebbe voluto inglobarla nel suo network di vettori controllati direttamente o indirettamente (oltre ad Alitalia, anche Air Berlin, Jet Airways, Air Serbia, Darwin e Air Seychelles), ma a Dublino hanno preferito unirsi ai cugini di British Airways confluendo nel network chiamato IAG che comprende anche Iberia e la sua controllata Vueling. Così il gran capo di Etihad James Hogan, ormai sfiduciato dagli azionisti e in uscita a giugno, ha dovuto alzare bandiera bianca e cedere le quote.
È stata del resto proprio l’ambiziosa “politica estera” il punto di caduta del manager australiano. In Germania Air Berlin, dopo essersi lanciata per anni all’assalto del fortino Lufthansa, ha finito per arrendersi per le pessime condizioni finanziarie e alla fine le ha ceduto 38 aerei. In India il patron di Jet Airways, Naresh Goyal, si sta smarcando dall’abbraccio emiratino e, a quanto scrive il locale Economic Times, ha messo alla porta i manager portati da Hogan. Da notare come l’attuale amministratore delegato di Alitalia, Cramer Ball, in precedenza svolgesse lo stesso ruolo proprio in Jet. Secondo Savelli Alitalia introdurrà tre tariffe per i biglietti: una basica solo per il trasporto, una intermedia con possibilità di scegliere il posto a bordo e controlli di sicurezza più rapidi in aeroporto, infine quella tutto incluso che dovrebbe equivalere all’attuale business class.
