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La Russia accelera sulla missilistica. Ecco la nuova arma di Putin

Mentre Donald Trump è alle prese con lo shutdown e con la difficile gestione del post-Mattis, Vladimir Putin accelera sulla missilistica, annunciando al mondo il suo nuovo “giocattolo”. Si chiama Avangard, vola a velocità ipersonica e compie manovre imprevedibili trasportando testate nucleari. Seppur in fase di test, il vettore si aggiunge alla lista dei nuovi e sofisticati sistemi d’arma annunciati a marzo dal presidente e in parte già provati. La corsa agli armamenti è tutt’altro che finita, e gli Stati Uniti rischiano di acuire il ritardo denunciato da esperti e addetti ai lavori.

IL TEST

Partito dalla base di lancio di Dombarovsky, nell’ovest del Paese, l’Avangard avrebbe raggiunto la zona di Kura, nel nord della Kamchatka, estremo oriente, sito tradizionalmente usato come area d’impatto per i test di missili balistici intercontinentali. Eseguito “da un’unità operativa delle Forze missilistiche strategiche”, il vettore avrebbe raggiunto velocità ipersonica (superiore a Mach 5), compiuto una parte di volo in planata con manovre verticali e orizzontali, e poi raggiunto il bersaglio previsto all’interno di un ipotetico campo di battaglia. “Il missile – spiega il Cremlino – è progettato per eludere radar e sistemi di difesa missilistica, potendo efficacemente superare tutti i sistemi esistenti e futuri”.

COSA È UN VEICOLO A PLANATA IPERSONICA

A parte l’evidente propaganda che avvolge ogni test di questo tipo, l’Avangard sarebbe una vera novità per l’arsenale russo. Solo la Cina, finora, aveva pubblicamente annunciato test di un vettore di questo tipo, il DF-17, che sarebbe stato provato per due volte a novembre dello scorso anno. Si tratta di veicoli a planata ipersonica (Hgv): a differenza dei tradizionali vettori balistici, una volta superata l’atmosfera, vi rientrano a un angolo più stretto, così da volare in planata e spostare la parte finale della caduta balistica. Ciò permette di aumentare l’imprevedibilità del missile, che realizza manovre per modificare continuamente la propria traiettoria. Il tutto avviene a velocità ipersonica, senza perdere manovrabilità (almeno così dichiarano gli utilizzatori), per un range che, nel caso del DF-17 cinese, può arrivare a duemila chilometri, trasportando testate convenzionali e nucleari.

LE PAROLE DI PUTIN

“Un grande successo e una grande vittoria”, ha detto Vladimir Putin commentando il test, seguito in diretta dal Centro nazionale di controllo della Difesa insieme al ministro competente Sergey Shoygu. “Al più presto il prossimo anno, il sistema Avangard sarà messo in servizio; un reggimento sarà addestrato per l’impiego in combattimento”, ha aggiunto il presidente. “Continueremo a lavorare secondo i nostri piani, su questo e su altri avanzati sistemi d’arma”, ha assicurato dopo il riferimento ai “potenziali nemici” le cui strutture di difesa sarebbero battute dall’Avangard. In definitiva, ha sintetizzato Putini, il test è “un grande regalo per l’anno nuovo per tutto il Paese”.

TUTTE LE ARMI DEL PRESIDENTE

Il test dell’Avangard è solo l’ultima manifestazione della rinnovata attenzione russa per la missilistica. Lo scorso marzo, era stato il presidente a illustrare (con tanto di video esplicativi) tutte le nuovissime armi del proprio arsenale. Per dissolvere i dubbi dei più scettici sul reale stato di avanzamento di questi programmi, a distanza di pochi giorni alle parole erano seguiti i fatti. E così, era giunto improvviso il test del “pugnale” (il Khinzal), missile da crociera aviolanciato e ipersonico, definito “invincibile”. A stretto giro era arrivato anche il test del missile balistico più che intercontinentale Satan 2, il cui nome descrive bene le potenzialità di un vettore a gittata pressoché illimitata e dotato di tecnologia Mirv (testate multiple e indipendenti, da 10 a 24). È di pochi giorni fa, invece, la notizia (lanciata da Tass e ripresa da Russia Today) dell’avvio delle prove sul nuovo siluro a propulsione nucleare Poseidon. Di lui si sa veramente poco. Sarebbe una sorta di drone capace di viaggiare in profondità e ad elevate velocità, trasportando testate nucleari o convenzionali.

LE PREOCCUPAZIONI USA

Tutto questo preoccupa evidentemente Washington. Esperti e addetti ai lavori americani (ma anche autorevoli membri del Congresso) sottolineano da tempo i rischi derivanti dal ritardo accumulato, rispetto a Russia e Cina, nel campo della missilistica. Non a caso, nel budget 2018, alla Missile Defense Agency (Mda) sono arrivati 11,5 miliardi di dollari, ben 3,6 in più rispetto alla richiesta avanzata dall’amministrazione Trump. Nel bilancio per il 2019, alla stessa agenzia sono rivolte indicazioni sulle capacità da sviluppare. In particolare, si richiede di pensare a un’infrastruttura spaziale di sensori e intercettori, nonché a droni laser capaci di colpire le minacce nella fase iniziale nel volo. Per quanto riguarda l’offesa, tra aprile e agosto, il Pentagono ha assegnato a Lockheed Martin un doppio contratto (da 928 e 450 milioni di dollari) per lo sviluppo di un nuovo sistema di lancio ipersonico. Il missile, atteso per il 2021, prende il nome di Hypersonic Conventional Strike Weapon (Hcsw) e si baserà sui requisiti di contratto che l’azienda sta definendo in “stretta collaborazione” con l’Usaf.

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