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F-35, anche il Regno Unito dichiara la capacità operativa iniziale

Dopo l’Italia, è il Regno Unito il secondo Paese europeo a dichiarare la capacità operativa iniziale dell’F-35. Quinta al mondo a raggiungere l’importante traguardo, Londra è pronta a un rinnovamento complessivo del proprio potere aereo che ha già visto, a luglio, l’avvio del programma sul caccia del futuro (il Tempest), quello che sostituirà gli Eurofighter dal 2040 e volerà a fianco dei Joint Strike Fighter. L’annuncio sull’Initial operational capability degli F-35 è arrivato dal segretario alla Difesa Gavin Williamson dalla base di Marham della Royal Air Force, all’interno di un nuovo hangar con esposti un centinaio di velivoli.

LE PAROLE DI WILLIAMSON

“Mentre salutiamo il primo secolo della Raf – ha detto il segretario – stiamo già pensando ai prossimi cento anni”. Il Regno Unito, ha aggiunto, “si sta muovendo verso una nuova era fuori dell’Ue, e i nostri enormi traguardi nel campo delle capacità aeree rendono chiaro, agli alleati e agli avversati, il nostro impegno ad avere un ruolo a livello mondiale”. Ora, “gli incredibili velivoli F-35 sono pronti per operazioni, il Typhoon trasformato ha il potere di dominare i cieli fino al 2040, e noi continuiamo a guardare ancora più lontano, verso un futuro ambizioso”.

LA PARTECIPAZIONE UK AL PROGRAMMA

In particolare, sono 9 i velivoli attualmente operativi per il Regno Unito, su un totale di Jsf previsti pari a 138. Si tratta di F-35 nella versione B, a decollo corto e atterraggio verticale, che verranno impiegati dall’Aeronautica e dalla Marina di Sua Maestà. I piani d’acquisto hanno garantito al Regno Unito (partner di primo livello) un ritorno di lavoro considerevole, tale per cui si valuta che (mediamente) circa il 15% di ogni velivolo di quinta generazione sia realizzato dalle industrie britanniche. In termini occupazionali, quando il programma entrerà a pieno regime, ciò dovrebbe supportare circa 25mila posti di lavoro, con un giro di affari di circa 35 miliardi di sterline.

I NUMERI INTERNAZIONALI

Nel suo complesso, il programma internazionale ha completato ad ora consegne per 355 velivoli, di cui 91 nel 2018, pari al 40% in più rispetto al 2017 e al 100% in più sul 2016. I Joint Strike Fighter sono operativi da oltre 16 basi in tutto il mondo. Più di 730 piloti e 6.700 manutentori sono stati addestrati, mentre la flotta ha superato le 175mila ore cumulative di volo. Dieci nazioni hanno ricevuto il velivolo, sette lo stanno operando su basi presenti nel proprio territorio e due hanno annunciato l’impiego in combattimento (Israele in Siria e gli Stati Uniti in Afghanistan).

L’AGGIORNAMENTO DEGLI EUROFIGHTER

Per il Regno Unito, “l’F-35 rappresenterà la spina dorsale di tutta la flotta aerea”, spiega la Difesa britannica. Accanto a loro ci saranno gli Eurofighter aggiornati, grazie al programma “Project Centurion” che è costato a Londra 425 milioni di sterline negli ultimi tre anni. In particolare, il progetto ha riguardato gli armamenti, con i missili da crociera Storm Shadow, le munizioni aria-aria Meteor e il missile d’attacco di precisione Brimstone, tutti realizzati dalla joint venture europea Mbda e ora a disposizione dei Typhoon. “Significa – spiega la Difesa Uk – che i velivoli hanno potenziato le capacità di intercettare missili aerei e colpire bersagli a terra, prendendo il posto, senza soluzione di continuità, del ruolo di attacco svolto dai Tornado mentre si avvicinano al loro pensionamento”. Tra le aziende che hanno contribuito, tre in particolare: Bae Systems, Mbda e Leonardo, l’industria italiana che può contare su una stabile e radicata presenza nel Regno Unito.

VERSO IL CACCIA DEL FUTURO

Non a caso, Leonardo Uk partecipa anche al programma Tempest, con cui Londra ha risposto al progetto franco-tedesco sul futuro sistema aereo da combattimento (Fcas), anche noto come “caccia del futuro”. Con lei, ci sono ancora Bae Systems e Mbda Uk, a cui si aggiunge Rolls Soyce. Quando Williamson svelò il progetto a luglio, nel corso del salone di Farnborough, annunciò un investimento di 2 miliardi di sterline per lo sviluppo fino al 2025. L’obiettivo è avere una capacità operativa iniziale già nel 2035.

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