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Perché serve potenziare l’alternanza scuola-lavoro. Parla Pirani (Uiltec)

Di Manuela Bergamonti
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Contrasto del dumping e della concorrenza sleale, investimenti nello sviluppo e nella formazione e mobilitazione per chiedere con forza questi interventi. È la ricetta di Paolo Pirani, segretario nazionale della Uiltec (tessile, energia e chimica), in visita a Bergamo in occasione del Consiglio Territoriale della categoria che si sta svolgendo alla Casa del Giovane.

I dati relativi all’import export tra la provincia di Bergamo e la Cina sono sconfortanti, soprattutto a livello dell’industria tessile. Nel 2018 sono stati importati prodotti tessili per 184 milioni di euro, contro i 15 milioni di esportazioni nello stesso settore, il 25 per cento in meno rispetto al 2017.

“Uno dei punti deboli dell’accordo siglato lo scorso sabato tra i governi delle due nazioni è che si è puntato a migliorare l’export dell’Italia verso la Cina ma non ci si è occupati delle problematiche relative al dumping e alla concorrenza sleale, che il settore tessile subisce con una certa prepotenza dalla Cina stessa ma anche da altri Paesi. Non possiamo accettare una tale politica, per questo chiediamo di rivedere alcuni punti del memorandum. Dobbiamo difendere i nostri prodotti, soprattutto per quanto riguarda il tessile e l’industria chimica, che sono ancora settori strategici per la nostra economia”.

Le aziende tessili bergamasche lamentano la scarsa formazione del personale e si stanno attivando per avviare corsi di specializzazione e aggiornamento per i dipendenti.

Il tessile è un settore in trasformazione, ma ancora molto importante, anche se è stato trascurato in quanto si pensava sarebbe diventato il fanalino di coda della nostra economia. Mancano figure professionali tradizionali, tessitrici, addetti di filatura, tintori e le cosiddette sartine, per riuscire a mantenere vitali quelle aziende che sono brillantemente sopravvissute alla lunga crisi degli ultimi anni. Servono inoltre professionisti in grado di intercettare i cambiamenti tecnologici di industria 4.0.

L’alternanza scuola-lavoro può essere utile in questo senso?

Certamente, anche se le ore dedicate a questo percorso sono state purtroppo diminuite dal governo. Come Uiltec veniamo da un recente incontro con le rappresentanze degli istituti professionali per potenziare la formazione in questo ambito.

Quali ripercussioni ha avuto il Decreto Dignità sull’economia di questi settori?

Purtroppo, questi decreti vanno a rappresentare un’Italia che non c’è, puntando tanto sull’assistenzialismo e poco sullo sviluppo. I sindacati, che hanno il polso della situazione di tutti i settori, non vengono ascoltati, c’è poco confronto. Dopo la grande manifestazione unitaria di febbraio sono stati aperti alcuni tavoli, ma non hanno ancora portato a nulla. Oltre a convocare devono anche ascoltare e, se non lo faranno, ci mobiliteremo per far sentire sempre di più la nostra voce.

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