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In Ucraina ha vinto la democrazia. E in Russia? L’allarme di Perelygin

ucraino

Gli ucraini hanno votato. Per gli osservatori internazionali il primo turno delle elezioni presidenziali si è svolto in maniera regolare, con violazioni insignificanti che non hanno assolutamente influito nel risultato finale.

L’attore Volodymyr Zelensky e il presidente Petro Poroshenko andranno al ballottaggio, in programma il 21 aprile. Secondo il sondaggio del Centro Razumkov, il Rating Group e l’Istituto internazionale di sociologica di Kiev), il 37-42% degli ucraini intende votare per il comico al secondo turno, mentre solo il 17-19% per l’attuale capo dello Stato ucraino. Gli indecisi sono ancora il 20% degli intervistati e il 21-24% non intende andare a votare.

Qualunque sarà il risultato finale delle elezioni presidenziali, un fatto è certo: domenica in Ucraina ha vinto la democrazia. Così interpreta il voto l’ambasciatore ucraino in Italia, Yevhen Perelygin. In una conversazione con Formiche.net, il diplomatico conferma che tutti i candidati che si sono presentati hanno avuto la possibilità di partecipare nella campagna elettorale, con un libero accesso ai media: “Si sono rispettati tutti i requisiti che confermano l’esistenza di elezioni democratiche in Ucraina, a differenza della Russia non libera”.

Perelygin preferisce non pronunciarsi su chi sarà il prossimo presidente dell’Ucraina, anche perché la scelta resta agli elettori nel secondo turno.

Ora che la corsa è per due, le strategie dei candidati alle presidenziali sono cambiate. I toni conciliatori usati da Zelensky appartengono al passato: ora chiede, in maniera netta, che i territori occupati in Donbass e Crimea siano resi all’Ucraina.

Una missione alla quale può contribuire anche l’Italia, secondo Perelygin: “Conosciamo le simpatie di alcuni politici italiani verso il presidente Vladimir Putin. Quotidianamente vediamo manifestazioni pro-russe. Siamo consapevoli del fatto che sia impossibile cambiare questi atteggiamenti nel breve periodo. Ma chiediamo che questo rapporto venga utilizzato per chiedere alla Russia di rispettare i valori europei e democratici, di rispettare il diritto internazionale”.

L’invito è dunque per il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, perché adoperi la vicinanza a Mosca affinché la “Russia finisca la sua occupazione militare in Donbass e Crimea – sostiene l’ambasciatore ucraino -, liberi i prigioni politici ucraini illegalmente detenuti in Russia e rispetti le vie delle democrazia, senza più disturbare militarmente i Paesi vicini”.

In questo senso è fondamentale il ruolo della Nato, che compie 70 anni. “La Nato è e rimane, al giorno di oggi, la più importante ed efficace organizzazione internazionale per la sicurezza collettiva – ha spiegato Perelygin -. In Ucraina sono stati approvati emendamenti costituzionali per rafforzare la strada verso l’integrazione. Comprendiamo questi processi che rafforzano il meccanismo di sicurezza collettiva. E siamo convinti che la Nato è molto importante per contenere sfide e minacce da parte della Russia e per fare tornare la democrazia per i russi”.

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