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L’elettorato troppo trasversale sarà la debolezza politica di Zelenskiy

Di Olga Tokariuk

“Finalmente un paese ha scelto un comico professionale anziché quei clown dilettanti che del solito vengono eletti”. È uno scherzo virale che circola su Twitter in reazione ai risultati delle elezioni presidenziali in Ucraina.

Al ballottaggio del 21 aprile il 73% degli ucraini ha preferito il comico Volodymyr Zelenskiy, 41 anni, al presidente in atto Petro Poroshenko, 53, che ha conquistato il deludente 25% dei voti. Zelenskiy, la cui precedente esperienza politica si è limitata all’interpretazione del presidente nella serie televisiva Il servo del popolo, è riuscito a ottenere la maggioranza dei consensi in tutte le regioni dell’Ucraina, a parte una ad ovest del paese, Leopoli. Il comico, sostenuto dal potente oligarca Igor Kolomoyskiy ed il suo medio impero (in particolare la TV 1+1 che per tre anni, e anche alla vigilia del voto, mandava in onda la serie con protagonista Zelenskiy), ha giocato sul malcontento degli ucraini stanchi dalla guerra con separatisti sostenuti dalla Russia nell’est del paese e dalla persistente corruzione e difficoltà economiche.

Poroshenko, eletto presidente nel 2014 al singolo turno nel mezzo del caos provocato dalla fuga del presidente precedente Viktor Yanukovich, dall’annessione russa della Crimea e dall’offensiva nel Donbas, non è riuscito a convincere la maggior parte degli ucraini delusi dall’andamento lento delle riforme. È riuscito a limitare la guerra a due zone periferiche nelle regioni di Donetsk e Lugansk, ha ottenuto il riconoscimento della chiesa ucraina e la cancellazione dei visti ai paesi Ue per i cittadini ucraini. Ma non è stato capace di combattere la corruzione e sconfiggere il sistema oligarchico, due problemi che perseguitano l’Ucraina fin dall’indipendenza nel 1991.

Zelenskiy, criticando il governo attuale per errori veri o inventati, promettendo poco, evitando le risposte alle domande sulla sua visione politica e facendo un abile uso dei social media, è riuscito ad attrarre al proprio sostegno un elettorato vasto ed eterogeneo. Si è presentato da “uomo fuori sistema” che vuole smontare la classe dirigente al potere: un modello ben conosciuto in Italia alla quale, si dice, si sia ispirato il comico ucraino. In una svolta senza precedenti nel mondo, a parte Israele, in Ucraina adesso sia il presidente (Zelenskiy) che il premier (Viktor Groysman) avranno origini ebraiche: una chiara risposta alla propaganda russa che descriveva l’Ucraina come “governata dall’estrema destra”.

Il successo trasversale di Zelenskiy, che è stato votato da giovani e vecchi in quasi tutte le regioni dell’Ucraina, potrebbe tra poco diventare la sua debolezza. La delusione di una parte dei suoi elettori è imminente: secondo i sondaggi, è stato sostenuto dalle persone con visioni spesso opposte. Un terzo dei suoi sostenitori vuole il ravvicinamento dell’Ucraina con la Nato, un altro terzo vorrebbe che il paese resti neutro, mentre il 6% favorisce l’unione militare con la Russia. Zelenskiy, che durante la campagna elettorale ha cercato ad accontentare tutti, una volta presidente dovrà prendere decisioni concrete e fare scelte politiche. E ciò inevitabilmente porterà alla perdita dei consensi. Le aspettative del popolo, innamorato del protagonista della serie televisiva, sono troppo alte e irraggiungibili, almeno nel breve periodo.

È difficile prevedere al momento quale sarà la politica del presidente Zelenskiy. Uno scenario abbastanza probabile è un presidente debole, manipolato dalle forze esterne ed interne. La vittoria di Zelenskiy è stata accolta con gioia nella Russia che voleva qualsiasi altro presidente ma non l’arduo Poroshenko. Gli auguri al presidente eletto li hanno fatti in tanti: dall’odioso presidente della Cecenia Kadyrov alle star dello spettacolo che conoscono Zelenskiy benissimo grazie alle sue performance in Russia e, magari, alla vicinanza delle loro ville a Forte dei Marmi. Comunque, scegliere un rapprochement aperto con la Russia potrebbe essere rischioso per Zelenskyi: dopo cinque anni di guerra con miliziani armati e finanziati dal Cremlino, che ha portato a quasi 13 mila vittime, non sarebbe accettato dal pubblico ucraino. Circa la metà dei soldati ucraini, che tuttora combattono contro l’aggressione russa nelle trincee del Donbas, hanno votato Zelenskyi e difficilmente potranno perdonargli un’eventuale resa a Putin. E il compromesso con il capo del Cremlino sembra possibile solo a condizioni sue.

Volente o nolente, almeno sul piano formale Zelenskiy continuerà a portare l’Ucraina nell’orbita occidentale. Cruciale per l’economia del paese è la cooperazione con il Fondo monetario internazionale: al momento la garanzia della stabilità macroeconomica e al contempo la fonte di malcontento degli ucraini per la crescita delle tariffe di utilità. Se Zelenskiy cercasse di ringraziare il suo sponsor, l’oligarca Igor Kolomoyskiy, nel suo tentativo di chiedere danni all’Ucraina per la nazionalizzazione della sua banca Privat nel 2016 (la più grande banca ucraina è stata salvata sull’orlo di bancarotta con l’intervento dello stato), rischierebbe la rottura di rapporti con il Fmi e di conseguenza la catastrofe economica.

Dopo il trionfo alle presidenziali, Zelenskiy deve subito prepararsi alle elezioni parlamentari che si svolgeranno in Ucraina ad ottobre di quest’anno. Ha bisogno della coalizione nel parlamento per smentire le prediche dei critici che lo considerano un presidente debole e incapace di portare il cambiamento promesso. Il suo rivale, Petro Poroshenko, che esce dal palcoscenico in maniera dignitosa, si congratula con il vincitore (per la prima volta nella storia dell’Ucraina) e rimane pur sempre un avversario forte la cui carriera politica non è certamente finita. Le elezioni parlamentari saranno il primo test per la squadra di Zelenskiy e già allora si potranno trarre le prime conclusioni sulla sua presidenza.

In qualunque direzione porti l’Ucraina il neo presidente eletto Volodymyr Zelenskiy, su una cosa si può essere certi: le elezioni presidenziali sono state svolte in modo trasparente ed è stata assicurata la transizione democratica del potere. Non ci sono stati brogli o gravi irregolarità. Cose non affatto scontate nello spazio post-sovietico. Ed è già una vittoria di cui il popolo ucraino può essere orgoglioso.

Giornalista della TV indipendente Hromadske

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