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Tareck El Aissami, il legame tra Hezbollah e il governo di Maduro in Venezuela

Il regime venezuelano si regge non solo su Nicolás Maduro. Oltre a Diosdado Cabello, uomo chiave nei rapporti con le Forze Armate (qui l’articolo di Formiche.net), un altro personaggio di potere all’interno del governo chavista è Tareck El Aissami.

È conosciuto come il volto della repressione contro le proteste dell’opposizione, una presenza costante affianco di Maduro.

Nato a El Vigía, stato Mérida, nel 1974, è laureato in Diritto e criminologia. È stato vicepresidente del Venezuela e ora è ministro del Potere Popolare dell’Industria e la Produzione, nonché vicepresidente per l’Area Economica. È stato anche capo della Missione Identità nel 2003, con la quale il regime ha tesserato quasi l’intera popolazione, e viceministro della Sicurezza. Ha guidato anche il ministero della Giustizia ed è stato vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela.

Da molti anni, El Aissami (nella foto alla destra di Vladimir Putin) è nel mirino delle autorità americane. È stato imputato a marzo da una corte federale a Manhattan e due anni fa il Dipartimento del Tesoro lo sanzionò con l’accusa di narcotraffico, insieme al suo prestanome, Samark López. Si dice che El Aissami controllava direttamente gli invii di droga superiori a una tonnellata e amministrava una rete internazionale di riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico. Sarebbe stato alleato del narcotrafficante di origine siriana Walid Makled.Tareck El Aissami, Maduro e Putin

Walid Makled è stato arrestato in Colombia nel 2011 ed estradato in Venezuela, ma gli Usa vogliono processarlo. Era uno dei cinque narcotrafficanti più ricercati al mondo. La Drug Enforcement Administration (Dea) sostiene che Makled aveva legami con funzionali di alto livello del governo venezuelano. Aveva un rappresentante legale della Makled Investments, Haisam Alaisami, cugino di primo grado di Tareck El Aissami.

Il politico venezuelano è diventato una delle persone più ricche del Venezuela, in un momento di totale crisi economica. Avrebbe più di 45 milioni di dollari in banche svizzere e azioni in una banca americana, un’impresa di edilizia e un centro commerciale in Panama, nonché terre per la costruzione di un complesso turistico di lusso e diversi progetti immobiliari in Venezuela.

“Ma l’8 marzo – si legge sul NYT – gli Stati Uniti annunciarono i capi di accusa contro El Aissami, diventando il secondo membro dell’esecutivo di Maduro accusato di narcotraffico […] i due nipoti della first lady, Cilia Flores, sono stati condannati nel 2017 per il traffico di 800 chili di cocaina”.

Sebbene per anni è stato la mano destra di Maduro, sembra che oggi è nel mirino dell’intelligence venezuelana. Il quotidiano americano The New York Times ha pubblicato un dossier consegnato da un ex agente venezuelano nel quale ci sono prove sui legami di El Aissami con Hezbollah. Nei documenti ci sono testimoni che lo accusano di arruolare membri dell’organizzazione terroristica per espandere la rete di spionaggio e narcotraffico in America latina. Con il suo potere avrebbe fornito permessi di residenza e documenti falsi ai militanti.

Secondo i documenti, El Aissami e suo padre, Carlos Zaidan El Aissami — migrante siriano che avrebbe lavorato con Hezbollah durante le visite al paese di origine – hanno introdotto terroristi in territorio venezuelano.

“I memorandum del servizio di intelligence verificati dal New York Times offrono dettagli più precisi – scrive il quotidiano americano – su come una delle famiglie più potenti del Venezuela si è costruito un impero, con una saga famigliare che va dalla Siria al Venezuela, dal mondo delle droghe al circolo presidenziale”.

Foto: http://tareck.psuv.org.ve/

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