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Attacco Usa a Maduro, stavolta in banca. Intanto Guaidó tratta (anche se nega)

Il presidente ad interim, Juan Guaidó, insiste che non si tratta di una negoziazione nel senso tradizionale del termine. Certo è che il leader dell’opposizione venezuelana ha inviato un gruppo di rappresentanti ad Oslo per sedersi ad un tavolo con delegati del governo di Nicolás Maduro. Per il presidente dell’Assemblea Nazionale si tratta di un ulteriore strumento messo in campo per ottenere la caduta del regime chavista.

“È un invito a partecipare a una mediazione offerta della Norvegia – ha spiegato  – Non è un negoziato, non è un dialogo […] Non cadiamo nella narrativa del regime. È una iniziativa in più tra quelle che stiamo portando avanti per ottenere la fine dell’usurpazione, il governo di transizione ed elezioni libere”.

Nel frattempo, una delle altre strategie riguarda gli Stati Uniti che fa ancora più pressione sul tallone di Achille del regime di Maduro: le finanze.

Secondo il giornalista Óscar Haza, residente a Miami, il governo americano ha confiscato circa 800 milioni di dollari a Diosdado Cabello uomo forte del governo di Maduro. Tra i beni confiscati ci sono una decina di proprietà in territorio statunitense, tra cui un appartamento di lusso di fronte al Central Park a New York. La figlia del leader chavista, Daniella Cabello, è stata deportata a Caracas quando cercava di entrare negli Stati Uniti.

L’informazione di Haza è stata riportata dal quotidiano El Nuevo Herald di Miami: “Sono stati sequestrati grandi somme di denaro di Cabello, circa 800 milioni di dollari, che potrebbero servire per pagare due mesi di debito del Venezuela […] Hanno colpito nel centro della flotta di barche del suo impero economico, prodotto di narcotraffico e di molti altri affari a suo beneficio”.

“Che mancanza di intelligenza la mia – ha scritto Cabello su Twitter -, lasciare 800 milioni di dollari negli Usa ed esporre mia figlia a fare un tour per visitare il Congresso americano”.

Il giornalista, molto famoso negli Usa, sostiene che “Diosdado è isterico da settimane, un’isteria che diventa odio, risentimento e importanza, e si riflette nella radicalizzazione del suo discorso durante il programma di radio e tv ‘Con el mazo dando’”. Haza crede che Cabello abbia molta paura di essere emarginato dal regime di Maduro.

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