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Missione Onu in Venezuela. Così Bachelet verifica le violazioni di Maduro

“Signora Michelle Bachelet, altissimo commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, arrivi qui una volta per tutte, per vedere la quantità di violazioni e torture. Fai quello che devi, con l’autorità che hai”. Queste sono state le polemiche dichiarazioni del cantante spagnolo Miguel Bosé durante il concerto Venezuela Aid Live il 24 gennaio 2019 nella frontiera colombo-venezuelana.

INCONTRI SEPARATI

Sono passati cinque mesi ma, finalmente, l’ex presidente del Cile è volata in Venezuela. È atterrata mercoledì sera per un viaggio, senza rilasciare dichiarazioni alla stampa. Secondo la stampa locale, Bachelet incontrerà separatamente il presidente ad interim e presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaidó, e il leader del Partito Socialista Unito del Venezuela, Nicolás Maduro. Prima della partenza, prevista per il 21 giugno, Bachelet comunicherà le conclusioni della visita in una conferenza stampa. L’Ufficio dell’Alto commissario ha confermato che Bachelet vedrà il 21 giugno alle 9:00 Guaidó e lo stesso giorno, alle 19:00, Maduro.

TRA REGIME E OPPOSIZIONE

Bachelet vedrà ministri del governo di Maduro, il presidente della Corte Suprema di Giustizia e il procuratore generale della Repubblica. Ugualmente, sono in agenda incontri con “vittime di abusi che hanno subito violazioni dei diritti umani” e con i loro famigliari. Mentre il regime venezuelano sostiene che la visita di Bachelet avviene dopo l’invito di Maduro, Guaidó insiste che la missione Onu è un successo delle costanti proteste e pressioni per fare cadere il governo chavista. “L’Alto commissario dovrebbe cercare soluzioni urgenti all’emergenza umanitaria”, ha dichiarato il presidente del Parlamento venezuelano, invitando alla popolazione a scendere in piazza per dimostrare all’inviata dell’Onu quanto sta succedendo in Venezuela, in modo “da evitare che il regime possa nascondere la tragedia”.

LE PAROLE DI BACHELET

Per molto tempo Bachelet è rimasta in silenzio sulla crisi del Venezuela. Ed è per questo che il cantante spagnolo Bosé si è rivolto a lei, in quanto Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, per fare luce su quanto sta accadendo nel Paese. A marzo però l’ex presidente del Cile denunciò la brutale repressione delle forze di sicurezza del regime, sostenute da milizie paramilitari, contro le manifestazioni di sostenitori dell’opposizione: “Sono molto preoccupata per l’indebolimento della democrazia, specialmente per la continua criminalizzazione delle proteste pacifiche […]. Nel contesto dell’ultima ondata di proteste in tutto il Paese contro il governo, nei primi due mesi del 2019, il mio ufficio documentò numerose violazioni ai diritti umani e abusi da parte delle forze di sicurezza e gruppi armati pro-governo – i cosiddetti “colectivos” -, includendo uso eccessivo della forza, omicidi, arresti arbitrari, torture, minacce e intimidazioni”.

ESODO VENEZUELANO

Prima della visita, l’Alta commissaria per i diritti umani dell’Onu ha inviato un delegato in Venezuela, ma l’opposizione venezuelana ha denunciato che sono stati camuffati molti casi di violazione de diritti umani e lo stato critico degli ospedali. Secondo l’Onu circa 3,3 milioni di venezuelani sono fuggiti dal Venezuela dal 2016. L’ultimo report dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati indica che la cifra di rifugiati del 2018 (70,8 milioni) non riflette la dimensione dell’esodo venezuelano perché solo una minoranza chiede asilo. Dei circa 4 milioni di venezuelani che hanno lasciato il Paese dal 2015, meno di 500mila persone hanno chiesto asilo, la metà in Perù. Filippo Grandi, Alto commissario per i rifugiati dell’Onu, ha detto che se continua il flusso di migranti venezuelani, per la fine dell’anno saranno 5 milioni: “Certamente, se la situazione non si risolve politicamente in Venezuela, con un accordo politico, vedremo l’aumento di questo esodo”.

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