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Elezioni in Ucraina, la forza di Zelensky e l’ombra russa

Gli ucraini tornano alle urne in questa domenica per le elezioni legislative anticipate. Prima forza politica nei sondaggi è il partito Servitore del popolo, fondato (da molto poco) dal presidente Vladimir Zelensky, con la promessa elettorale di concludere la guerra nel Donbass che ha provocato 13 mila morti negli ultimi cinque anni. “Non siamo stati noi ad iniziare questa guerra – aveva detto il presidente Zelensky il giorno dell’insediamento – ma saremo noi a finirla”. Secondo gli ultimi sondaggi, il partito Servitore del popolo ha tra il 35% e il 49% del consenso. Al secondo posto c’è il partito Piattaforma dell’Opposizione per la Vita dei leader pro-russi Yuriy Boyko e Viktor Medvedchuk con un consenso tra il 7% e il 14%. Al terzo posto il partito Solidarietà Europea dell’ex presidente Petro Poroshenko e Batkivschina dell’ex premier Julija Tymošenko.

I LEGAMI RUSSI

Prima del voto, Medvedchuk è andato più volte a Mosca per stringere i legami di amicizia con la Russia. Il leader del partito Piattaforma dell’Opposizione per la Vita incontrò il presidente russo Vladimir Putin e il premier Dmitrij Medvedev, provocando molte critiche in Ucraina. Nell’ultimo incontro, due giorni fa a San Pietroburgo, Medvedchuk ha incontrato a Putin sulla reazione degli europarlamentari sul piano di pace per il Donbass.

ALLEANZE PROBABILI

Sebbene sembri scontata la vittoria del partito di Zelensky, resta l’incognita sulla possibilità che avranno di governare da soli. Tra i partiti con cui potrebbe allearsi il partito Servitore del popolo c’è la formazione Golos guidata dal musicista Sviatoslav Vakarchuk, anche se non è certo che superi la soglia per entrare in Parlamento. Il partito di Tymošenko potrebbe stringere una coalizione con Zelensky, già che la settimana scorsa l’ex premier si è resa disponibile ad unire forze con il presidente per creare una coalizione pro Europa in Parlamento.

Tuttavia, il presidente ucraino ci spera ancora. “La maggioranza in Parlamento ci permetterà di fermare la tradizione di fare patti segreti, vendere favori, scambiarsi posizioni e funzioni – ha dichiarato Zelensky -. Per questo vogliamo ottenere molti voti e raccogliere un ampio sostegno popolare, così da non dover scendere a compromessi con nessuno […] Quando ci dicono che la politica dei compromessi è una cosa normale, mi viene da pensare che ci siano già stati abbastanza compromessi in questi 30 anni”.

LA POSIZIONE AMERICANA

Per gli Stati Uniti l’ombra del Cremlino si posa anche sul voto di domenica in Ucraina. L’inviato speciale del Dipartimento di Stato americano per l’Ucraina, Kurt Volker, ha dichiarato a Voice of America che Putin utilizza gli ucraini arrestati illegalmente in acque internazionali e il tema dei passaporti russi per fare pressione contro il presidente e Zelensky e influire negativamente nei suoi risultati elettorali: “Credo però che gli ucraini capiscano chiaramente tutto. Hanno fiducia nella scelta prima di votare. Capiscono anche che la pressione russa non potrà schiacciare l’Ucraina”. Da quanto si legge su Ukrinform, il 17 luglio il presidente Putin ha ordinato di semplificare la concessione della cittadinanza russa ai cittadini ucraini che abitano nelle regioni di Donetsk e Lugansk.

SCAMBIO CON MOSCA

Intanto, il governo ucraino si è detto pronto a rilasciare il giornalista Kirill Vyshinsky, a condizioni che la Russia liberi allo stesso tempo il regista Oleh Sentsov. Il presidente Zelensky ha detto di essere in contatto con il Cremlino sulla possibilità di questo scambio: “se stiamo parlando di buona volontà, e vogliamo davvero che ciò avvenga, siamo pronti a rilasciare Vyshinsky, per ottenere in cambio Sentsov”. Il capo di Stato ucraino ha detto di avere come obiettivo il rientro in patria di tutti i prigionieri detenuti in Russia.

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