Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Il ritorno sulla Luna? L’Italia vuole essere a bordo della missione Usa

Sulla scia della “special relationship” nel campo spaziale, l’Italia vuole essere sulla missione americana che riporterà l’uomo sulla Luna, a partire dall’esperienza acquisita nella realizzazione dei moduli abitati. È quanto emerso ieri a Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore Usa in Italia, Lewis Eisenberg, che ha ospitato un evento per celebrare il cinquantesimo anniversario della missione Apollo 11.

L’EVENTO

Il 16 luglio di cinquant’anni fa, tre uomini partirono a bordo di un razzo Saturn V dalla base di Cape Canaveral per il più celebre passo dell’umanità oltre l’atmosfera, destinato a realizzarsi quattro giorni dopo. “Il primo passo di Neil Armstrong sulla Luna – ha ricordato l’ambasciatore Eisenberg – divenne il trionfo della tecnologia e dell’immaginazione”. Per ricordare quel momento, sono intervenuti l’ammiraglio Carlo Massagli, consigliere militare del presidente del Consiglio e segretario del Comitato interministeriale per lo spazio, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Giorgio Saccoccia e il generale dell’Aeronautica militare e astronauta Roberto Vittori.

UNA COLLABORAZIONE RODATA…

D’altra parte, “Stati Uniti e l’Italia – ha notato l’ambasciatore Eisenberg – collaborano con successo nell’esplorazione spaziale fin dal 1964, quando l’Italia divenne il primo paese straniero a mandare in orbita un satellite dagli Usa”. Era il San Marco 1, primo passo di una storia che tutt’ora, nonostante molteplici sfide, permette all’Italia di essere annoverata tra le potenze spaziali. Da allora, ha rimarcato Saccoccia nel suo intervento, il rapporto con Washington nel campo si è rafforzato, passando soprattutto per l’accordo tra Asi e Nasa relativo alla fornitura italiana dei moduli pressurizzati (Mplm) alla Stazione spaziale internazionale, in cambio dei quali l’Italia ha potuto contare su un accesso privilegiato dei nostri astronauti alla piattaforma, da aggiungere a quello che ci spetta nell’ambito dell’Agenzia spaziale europea (Esa).

…E IMPORTANTE PER L’ITALIA

A ciò, ha aggiunto il presidente dell’Asi, si somma il rapporto tra i due comparti industriali, destinato a consolidarsi ulteriormente vista la commercializzazione delle attività spaziali che contraddistingue sempre di più la New Space Economy. Inoltre, ha detto Massagli, “le collaborazioni bilaterali sullo spazio possono avere un forte valore simbolico”. Ricordando il primo approdo sulla Luna, ha aggiunto il segretario del nuovo Comint insediato a palazzo Chigi, “ricordiamo un passato glorioso auspicando un futuro ancora migliore in cui l’Italia possa essere partner strategico dell’America verso la Luna e verso Marte.

VERSO LA LUNA…

Il primo passo è il programma Artemis, l’ambiziosa tabella di marcia redatta dalla Nasa su spinta diretta del presidente Donald Trump per tornare entro il 2024 sul nostro satellite naturale. Ancora prima, dovrebbe dunque partire la realizzazione del Lunar Gateway, la piattaforma orbitante in orbita cislunare da cui muoversi verso la superficie e (un domani) anche oltre. D’altra parte, ha notata la scienziata della Nasa Mamta Patel Nagaraja intervenendo in video conferenza, il nuovo piano lunare va considerato propedeutico al raggiungimento del Pianeta rosso. Per tutto questo, ha aggiunto l’esperta, “ci sono tante opportunità per i nostri partner internazionali; pensare che ci possano essere nazioni che torneranno con noi sulla Luna è davvero entusiasmante”.

…INSIEME

L’Italia c’è. “Le nuove sfide offerte dal programma Artemis possono rappresentare la prossima fare della special relationship tra Italia e Stati Uniti nello Spazio”, ha infatti spiegato il consigliere militare di Giuseppe Conte. Quella italiana è molto più di una semplice ambizione. Nella lettera inviata a Scott Pace, segretario esecutivo del National space council (Nsc), il governo italiano si è offerto come partner per contribuire con un modulo abitativo del Lunar Gateway, il cui nome, ha notato Massagli, potrebbe essere “Amicizia”, proprio “per il valore che traspare dai nostri rapporti nel campo spaziale”. Gli ha fatto eco Saccoccia: “Crediamo che l’Italia possa da subito cooperare con un obiettivo anche a breve termine come il ritorno sulla Luna; abbiamo le tecnologie per accelerare il processo relativo ai primi elementi del Lunar Gateway, ma vogliamo anche partecipare ai prossimi passi”.

×

Iscriviti alla newsletter