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Il viaggio di Tsai negli Usa irrita Pechino. Le accuse a Taiwan

Nel complesso rapporto tra Cina, Taiwan e Stati Uniti la tensione è aumentata a causa del tour del presidente taiwanese Tsai Ing-wen nel continente americano. Dopo quattro giorni negli Stati Uniti, Tsai è arrivata nei Caraibi. Il viaggio in quattro Paesi caraibici è cominciato ad Haiti, dove il capo di Stato ha promesso investimenti per sostenere lo sviluppo.

IL TOUR DI TSAI

Pechino si è lamentato della tempistica della visita in territorio statunitense, più lunga del solito, mentre Tsai ha avvertito sulla necessità di difendere la democrazia davanti alle forze straniere, in chiara allusione al governo cinese. Il tour del presidente di Taiwan è cominciato due giorni dopo l’approvazione da parte di Washington della vendita di armi all’isola, motivo anche questo di critiche e proteste da parte di Pechino.

LE CRITICHE DI PECHINO

Il ministro degli Esteri cinese, Geng Shuang, ha dichiarato che il presidente Tsai Ing-wen, sta cercando di confondere la comunità internazionale, utilizzando la democrazia come pretesto per perseguire l’indipendenza di Taiwan. Quando invece, secondo lui, resta il consenso per il principio di una sola Cina. Ha anche avvertito che la dipendenza di Tsai dal sostegno dell’Occidente potrebbe comportare una perdita di dignità per la stessa Taiwan.

Intervistato sul viaggio di Tsai negli Usa, Ma Xiaoguang, portavoce dell’Ufficio di Affari di Taiwan del Consiglio di Stato, ha criticato la posizione del presidente e dell’amministrazione del Partito Progressista Democratico, volta a “ignorare il benessere della popolazione di Taiwan e corteggiare il sostegno straniero per cercare di fortificarsi”. Da quanto si legge sul sito Xinhua, “Tsai e il Pdd hanno sfidato il principio di una sola Cina con l’aiuto di forze straniere e rischiano di danneggiare gravemente la pace e la stabilità da entrambi i lati dello Stretto di Taiwan”.

TSAI NON CEDE

Ma il presidente taiwanese non cede. In un discorso pronunciato a New York ha insistito nel volere stringere i rapporti con gli Usa e ha confermato la sua candidatura per l’anno prossimo: “La nostra democrazia, conquistata a caro prezzo, ora affronta minacce e infiltrazioni da parte di forze esterne […] Condurremo una cooperazione reciproca con Paesi dalla visione analoga alla nostra, per assicurare la stabilità dei sistemi democratici”.

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