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Chi di Open Arms ferisce… Così l’immigrazione mette in crisi il governo spagnolo

Il caso della ong Open Arms continua a colpire il clima politico, non solo in Italia. In una nota ufficiale il Viminale ha espresso soddisfazione per la decisione del governo della Spagna: “Nave spagnola, ong spagnola: è corretta la decisione del governo Sánchez di inviare una nave militare verso l’Italia. Il Viminale esprime soddisfazione: la linea dura ha pagato, nonostante i dubbi espressi dal premier e da alcuni ministri”.

L’imbarcazione dunque non è più a Lampedusa. Secondo l’agenzia Ansa è partita per Porto Empedocle dove rimarrà sotto sequestro per qualche giorno come disposto dalla Procura di Agrigento. Ma il cambio di rotta non ha placato le polemiche. Tra il ministero dell’Interno e il ministero della Difesa ci sono stati duri scambi sul caso. Matteo Salvini accusa Elisabetta Trenta di avere “indebolito la lotta all’immigrazione clandestina”, che diventa un fenomeno da “contenere”, modificando “unilateralmente i compiti” di chi sorveglia in mare: “Sono le prime prove tecniche di inciucio Pd-5Stelle sulla pelle degli italiani?”, chiede Salvini.

L’AMBIGUITÀ DI SÁNCHEZ 

Intanto, la Spagna si è detta pronta a trasbordare i profughi che Madrid ha accettato di accogliere, annunciando poi sanzioni nei confronti dell’ong che – come ha detto la vicepremier Carmen Calvo – “non ha il permesso di realizzare salvataggi, il capitano della nave lo sa”.

E questa posizione ha aperto il divario, ormai sempre più profondo, tra il Partito Socialista Operaio Spagnolo e il partito Podemos. Differenze che potrebbero svelarsi insalvabili in vista degli accordi per la formazione di un nuovo governo il giorno del voto parlamentare previsto per il 26 settembre, ultima chance prima di tornare alle urne.

Ed è che i piani di Pedro Sánchez nel caso Open Arms non hanno avuto l’esito desiderato. Secondo il quotidiano Abc, i suoi “cambi di opinione e il tentativo sterile di trasferire i migranti a Palma de Mallorca, seguiti dalla nave Audaz dell’Armata, perché poi la giustizia italiana sequestrassi l’imbarcazione, sono solo la punta dell’iceberg di una strategia che costa dure critiche al gruppo socialista. Non solo da parte dell’opposizione”.

LA POSIZIONE DI PODEMOS (E NON SOLO)

In un programma trasmesso dall’emittente Antena 3 ieri sera, il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha criticato duramente la risposta del governo di Sánchez alla crisi migratoria: “Non capisco perché si è aspettato tanto. Adesso queste persone sarebbero in salvo e la nave Open Arms sarebbe in un porto spagnolo”.

Il vicepresidente del governo spagnolo, Calvo, ha sostenuto che la Open Arms non ha il permesso di salvare persone in mare, per cui l’ong rischia di essere sanzionata. Un’ipotesi confermata anche dal ministro della Difesa spagnolo, Margarita Robles. Calvo aveva già criticato l’organizzazione dicendo che la nave avrebbe potuto dirigersi verso Malta, ma ha scelto di andare in Italia. La posizione dei socialisti spagnoli ha aumentato la distanza con il partito Podemos in vista dei negoziati per un’ipotetica alleanza per formare il nuovo governo il 26 settembre.

Irene Montero, portavoce di Unidas Podemos, ha puntato il dito contro il Psoe su Twitter: “Se Carmen Calvo non rettifica queste dichiarazioni, lo faccia almeno il governo”. “Dovremo capire da quello che dice Calvo che queste persone bisogna lasciarle morire in mare? INDIGNA la criminalizzazione (stile Salvini) di ong che salvano vite, la mancanza di rigore e l’assenza di umanità”, ha scritto sempre sui social il deputato di Galicia en Común, Antón Gómez-Reino.

Differenze che spuntano da diversi partiti e che sembra facciano naufragare le possibilità di un accordo prima del 26 settembre, aumentando il rischio di nuove, ennesime, elezioni per gli spagnoli.

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