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Così Maduro uccide i suoi disertori. La denuncia di Hrw

Continuano gli orrori della dittatura di Nicolás Maduro in Venezuela. Ieri l’organizzazione internazionale Human Rights Watch (Hrw) ha presentato a Washington l’ultimo report sulla situazione dei diritti umani nel Paese sudamericano. Nel documento sono state denunciate uccisioni extragiudiziali e arresti arbitrari da parte delle forze del regime, soprattutto nelle zone più povere che non sostengono più il governo socialista. Secondo l’ong, dal 2016 agenti della polizia e delle forze di sicurezza hanno ucciso circa 18.000 persone per presunta “resistenza all’autorità”. Il report coincide con il documento presentato dall’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

“Nel mezzo di una crisi economica e umanitaria che sta colpendo duramente i più poveri le autorità venezuelane stanno commettendo violenti abusi nelle comunità a basso reddito che non supportano più il regime di Maduro – si legge nel documento -. In un paese in cui il sistema giudiziario viene utilizzato per perseguire gli oppositori anziché indagare sui crimini, le forze di sicurezza venezuelane si stanno appropriando della giustizia, uccidendo o arrestando arbitrariamente le persone accusate di aver commesso crimini, senza alcuna prova”.

POLITICA DI STATO

“In tutti i casi che sono arrivati a Hrw – si spiega nel report – gli agenti armati erano vestiti di nero, quasi sempre con il volto coperto, senza identificazione. Sono arrivati nelle case, costringendo ai famigliari ad uscire per compiere l’uccisione. In molti casi hanno rubato alimenti e altri prodotti difficili da trovare a causa della crisi economica ed umanitaria che vive il Venezuela”. L’organizzazione denuncia che queste persone sono state torturate con sostanze chimiche e scariche elettriche.

Nei mesi di giugno e luglio, Hrw intervistò famigliari di vittime di abuso, analizzò casi di morte e scambiò informazioni con avvocati, attivisti per i diritti umani e giornalisti. La presentazione di questo nuovo rapporto accende la speranza che il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite indaghi ancora sulla grave violazione dei diritti umani in Venezuela.

Per Tamara Taraciuk Broner, vicedirettrice di Hrw per le Americhe, Maduro ha imposto “una politica di Stato nella quale gli agenti operano alla luce del giorno facendo giustizia con le proprie mani, in totale impunità. Non parliamo di casi isolati compiuti da agenti ribelli. È un patrone di condotta che richiede un’indagine seria da parte della giustizia internazionale”.

NUOVE SANZIONI

Intanto, la regione latinoamericana si prepara ad aumentare la pressione contro il regime. Lunedì è prevista una riunione tra 18 Paesi del continente per considerare nuove sanzioni multilaterali contro il governo di Maduro. la notizia è stata confermata dall’ambasciatore colombiano negli Stati Uniti, Francisco Santos.

Alla base dell’incontro ci sarà la richiesta della Colombia di attivare il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca per contenere la minaccia contro la sicurezza regionale. Tra le nuove sanzioni potrebbero esserci la perdita del riconoscimento diplomatico, blocco economico e azioni militari.

Misure di pressione che continuano ad esercitare gli Usa. In una nota diffusa ieri, il Dipartimento del Tesoro americano spiega che sono stati aggiunti nuovi nomi alla lista di sanzionati per il coinvolgimento in schemi di distribuzione alimentare corrotti: “L’Ufficio di controllo dei beni stranieri (Ofac) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti impone sanzioni a tre persone fisiche e 16 aziende per aver avuto contatti con Alex Nain Saab Moran ed il suo socio in affari Alvaro Enrique Pulido Vargas, che hanno aiutato l’ex presidente Nicolás Maduro ed il suo regime criminale a riportare un profitto mediante la distribuzione alimentare in Venezuela in maniera illegale”.

Secondo il sito russo Sputnik, tra le società che hanno subito le restrizioni 11 sono registrate in Colombia, quattro in Panama ed una in Italia: “Si tratta del Gruppo Domano Srl. registrato a Roma. Inoltre, secondo la lista dell’Ofac, Luis Alberto Saab Moran, il figlio di Alex Nain Saab Moran, ha anche la cittadinanza italiana”.

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