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Diario di un marziano catapultato nella politica italiana

Di Giancarlo Chiapello

Giorno 1

Tornato dopo trent’anni sulla terra, sbarcato di nuovo in Italia: ho provato ad informarmi sulla politica di quello che viene chiamato il Bel Paese. Era interessante allora! Adesso non ci sto capendo nulla! Sono passati dalle identità, dai partiti, con tutti i loro difetti, che, però, filtravano e formavano classe dirigente, dalla fedeltà alla Costituzione (quanto è bella: in questi anni l’ho provata a proporre anche da noi!), dal sogno degasperiano dell’Europa (una genialata l’unità nella diversità!), ad una politica a geometria variabile, dove le alleanze sono elementi distintivi e si sono trasformate in curve da stadio, le leadership hanno ceduto al liderismo, i partiti sono stati svuotati diventando matrioske di comitati elettorali ad uso e consumo dei personaggi del momento.

Giorno 2

Sono stupito: l’anelito ad una democrazia integrale impastato di passione, ideologie e militanza ma anche comprensione della complessità, ha lasciato spazio ad una erosione di democrazia coinciso con la camicia di forza del sistema elettorale maggioritario ed una novella divinità ai cui piedi rinnciare a tante conquiste fatte, la governabilità, da costruire ad oltranza a tavolino arrivando a distorcere gli stessi pronuncamenti popolari. Mi ricorda la battuta di un film che vidi: “La democrazia muore tra scroscianti applausi”. Mi pare che un virus abbia colpito la politica, ossia l’antipolitica . Quanta sfiducia per il popolo direttamente proporzionale alle inquietudini del popolo stesso. Il rimedio sembra peggiore del male: una sorta di shock economy che ha teso a esautorare la politica sostituita dai poteri finanziari e rimasta impigliata nell’inconsistenza degli sfoghi sui nuovi strumenti, ossia i social diventati piazza virtuale e a volte ingannevole dei politici stessi. Non capisco più: giocano ancora nei tre campi della destra, del centro, della sinistra?

Giorno 3

Ho provato ad approfondire le informazioni: ci ho messo molto tempo perché, quella che è stata chiamata “seconda repubblica”, ha teso a semplificare tutto in due grandi mucchi, destra e sinistra cancellando l’idea dell’avversario politico, con cui si dialoga pure, per sostituirla con quella del nemico comunque da abbattere. Che pasticcio! Vorrei rifare le valige e andarmene. Mi sono ricordato però di una grande scuola politica, una straordinaria tradizione, quella appartenente ai cattolici, ossia il popolarismo radicato nell’idea democratico cristiana rappresentato dalla Democrazia Cristiana, continuatrice del Partito Popolare di don Sturzo. Certo dentro il mondo cattolico, per molto tempo, ci sono stati nemici verso una presenza organizzata che hanno cercato di spaccare quella tradizione in due componenti artefatte, su una faglia ideologica, l’una conservatrice, l’altra progressista, cancellando un pensiero non assimilabile. Ma la testimonianza di tanti uomini e donne liberi e forti mi fanno sperare che in quel mondo posso trovare un pò di chiarezza! Ci provo.

Giorno 4

Ho comprato tutti i giornali, ho fatto un pò di ricerche su internet, provato a cercare tracce: ho scoperto che è scomparsa la Dc, è stato sciolto il Ppi, è nata una miriade di sigle nate e morte, o forse più morte che nate. Mi sa che qui c’è una vera malattia che scoppiata virulenta, con due sintomi terribili la contaminazione delle identità e la distribuzione in ogni anfratto della politica di cattolici per avere qualcuno pronto alle chiamate alle armi, ma temo si siano trasformati in zombie! Le medicine trovate mi pare siano state il “prepolitico” e il “ritrovarsi sulle grandi questioni”, ma mi pare, probabilmente, che non sono state valutate le controindicazioni, disimpegno e assorbimento nelle contrapposte tifoserie. Ho scoperto la diversa scelta dei democratici cristiani della Cdu tedesca che, in pari difficoltà negli stessi anni, cambiarono dirigenza, patirono l’opposizione per poi tornare al governo della Germania senza rinunciare a se stessi. Che perdita! Senza autonomia di un pensiero e di una identità, che a me, sinceramente, mi paiono ancora oggi generativi perché volti al bene comune, radicati nella visione sociale cristiana… Online vedo scorrere le immagini delle facce di chi ha guidato questo strano e inconcepibile declino fino all’irrilevanza, le stesse facce che oggi curano, pontificano e si pongono a guardia della evidente frattura tra cattolici del sociale e cattolici della morale…apperò, ce l’hanno fatta a spaccarli! Chissà per avere cosa?

Giorno 5

Ho approfondito: ho trovato il duro dibattito contro gli interventi degli uomini di Chiesa nella politica  che mi ha fatto capire il nuovo campo da gioco diviso tra populisti e radicali entrambi portatori di istanza pericolose per la tenuta della società. C’è ormai uno strano laicismo al contrario, soprattutto in casa cattolica, contro il clero che non dovrebbe occuparsi di politica, mentre si festeggia il centenario dell’ appello ai Liberi e Forti lanciato da un prete e si fa costantemente memoria di un Papa, San Paolo VI, che fu anima della nascita della Democrazia Cristiana. Usano parole dure legate alle ferite e a scelte passate anche sbagliate ma con le quali non vogliono capire l’inquietudine di un popolo! Mi stupisce, in particolare, che i cappellani della frattura non stanno da una parte sola leggendo di interventi ad iniziative elettorali vecchio stampo passati senza altrettante polemiche in terre prossime a passaggi elettorali! Ideologi, forse, fondamentalisti. Da appassionato di questa storia terrestre mi ricordo a tal proposito di un articolo del 1988 di un ex presidente nazionale dell’Azione Cattolica, Alberto Monticone, un pensiero che potrebbe riguardare costoro: “Non soltanto si è risvegliato  un forte integralismo nello scegliere o criticare la Dc, ma si è assistito anche all’ingresso di cattolici in partiti diversi dalla Dc, specie nel Pci, con ragioni che non esiterei a definire “religiose”. Per altro verso, oggi molti dei più forti cristici di parte cattolica alla Dc sono anch’essi teologi (ndr. fa riferimento alla precendente critica alla nascita di una sorta di teologia della politica) o portatori di un fondamentalismo religioso”.

Giorno 6

Ricapitolando è sparita la Dc, è rimasto il fondamentalismo che spacca i cattolici tra quel conservatorismo disconosciuto da don Luigi Sturzo e dai migliori interpreti della tradizione popolare e democratico cristiana che diedero senso al centro come luogo politico pregno di visione e storia ed un progressismo paragonato, se ricordo bene, da un certo Chesterton ad un poliziotto che invita pressantemente la gente ad andare avanti senza dire dove! Qua non hanno capito che la distinzione più significativa,  più nuova, forse, è tra credibili e non credibili, soprattutto tra quei cattolici…e quanta speranza avevo riposto in loro…così ripiegati su se stessi e piegati agli altri, populisti o radicali che siano, da non essere per ciò stesso utili al bene comune. Vedo una irrilevanza direttamente proporzionale a mille letture, annunci, documenti prodotti compulsivamente. Sono deluso: è una stagione che non mi piace, sembra un lungo inverno. Faccio le valigie: spero di tornare quando ci sarà un accenno di primavera!

PROLOGO

Leggendo il Report giovani della Fondazione Toniolo, uscito qualche giorno fa, che indica come i giovani interpellati si collochino per una percentuale molto alta, superiore al 20%, al centro con ogni probabilità il marziano di questo diario è nient’altro che un giovane.

 

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