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Il futuro dell’Italia e dell’Europa passa anche dall’aerospace

Di Alessandro Strozzi

L’industria dell’aerospazio è ritenuta, ovunque, nel mondo, un comparto di valenza strategica e di rilevanza nazionale. Infatti, è considerata un settore trainante per l’economia, non solo in via diretta, per esempio nel settore delle telecomunicazioni e dell’osservazione della Terra, ma anche in via indiretta, per l’impatto economico positivo che le produzioni di missili e satelliti hanno in vari settori tecnologici di punta, ad esempio, nanotecnologie e nuovi materiali, collaborazioni internazionali, qualificazione e specializzazione delle risorse umane, propensione all’export che contribuisce al saldo positivo della bilancia commerciale. Il tema è stato al centro di un evento tenutosi lunedì 27 gennaio a Milano in materia di innovation&aerospace, alla presenza di realtà come Boeing e Lockheed Martin, organizzato da American Chamber of Commerce in Italy, con il supporto di Banca Sella, Boston Consulting Group e Maisto e Associati, e con il patrocinio di Assolombarda e del Consolato USA a Milano.

AmCham Italy si pone, ancora una volta, come interlocutore privilegiato della business community italiana e americana. Il programma Walk The Talk, fiore all’occhiello di AmCham per l’anno 2020, si pone perfettamente a metà tra due delle più importanti attività della Camera, quella di networking e di advocacy.

Alcuni studi economici intenzionali come Oxford Economics hanno evidenziato l’effetto moltiplicatore degli investimenti in ambito aerospace: infatti, per ogni euro investito nel comparto, si determina una crescita di ricavi e addetti, incluso l’indotto, pari, a due volte e mezzo. A livello mondiale il settore aerospace ha una dimensione che vale oltre 800 miliardi di dollari. Un settore strategico, tanto che lo scorso mese è stata istituita dal presidente Donald Trump la Us Space Force, nata in seguito alla firma del National Defence Authorisation Act, il bilancio del Pentagono per l’anno fiscale 2020.

II presidente ha spiegato che il nuovo corpo delle Forze Armate avrà il compito di “proteggere gli interessi degli Stati Uniti nello spazio” o il nuovo corpo militare almeno all’inizio avrà compiti essenzialmente difensivi, più scientifici che avventurosi. La Space Force è il primo corpo nuovo creato nelle Forze Armate Usa sin da quando nel 1947 venne creata l’Aeronautica militare. Negli ultimi due anni, le spese militari sono aumentate a oltre 1.800 miliardi di dollari a livello mondiale, sotto la spinta della ripresa degli investimenti del Pentagono, con la richiesta ai partner Nato di raddoppiare dal 2 al 4% del Pii la spesa militare entro il 2024 (l’Italia è all’1,1%).

Dal 1960 in poi, il nostro Paese ha assunto un ruolo importante nel settore aeronautico prima, e aerospaziale poi, in ambito europeo. Siamo stati il terzo Paese, dopo Unione Sovietica e Stati Uniti, a lanciare in orbita un satellite nel 1964 dalla base San Marco in Kenya. E ancora, l’Italia è uno dei pochi Paesi che hanno capacità di sviluppare satelliti, dà metterli in orbita e gestire i servizi connessi. Siamo tutt’ora il quarto produttore europeo c d settimo nel ranking mondiale.

Inoltre, l’Italia è tra i Paesi fondatori dell’Esa e partecipa ai programmi con un contributo scientifico, industriale e monetario. Un settore in continua espansione, che nel panorama industriale italiano si conferma come uno dei più trainanti. Il volume di affari complessivo è pari a 16 miliardi di euro l’anno, in rapida crescita, +16,5% a livello nazionale in cinque anni. Nel confronto europeo, in cui non è pervenuto il dato francese, primo è il Regno Unito con 107 mila addetti e 12 miliardi di affari, seguito dalla Germania con 96 mila addetti e miliardi di business, terza l’Italia con circa 40 mila addetti e 3 miliardi di fatturato.

Il comparto occupa oltre 50 mila addetti e ricercatori diretti (oltre a tecnici e ricercatori impegnati in consociate estere di proprietà italiana). Si tratta prevalentemente di aziende di piccole e medie dimensioni ad elevato contenuto tecnologico. Le imprese del settore investono molto in innovazione, ricerca e sviluppo, circa il 13% dei ricavi. Questo significa anche che è elevato il numero dei brevetti registrati, mediamente, negli ultimi 10 anni: 8,5 per impresa rispetto a una media di 1,5 registrato dalle imprese italiane del manifatturiero e dei beni per investimento.

Sostenere le politiche aerospaziali significa investire su ricerca e nuove tecnologie che hanno infiniti campi di applicazione, sul versante militare e civile, agendo da volano di sviluppo lungo la filiera industriale e nell’ambito delle politiche di sicurezza, industriali e commerciali. Nello specifico, sono diverse le ragioni per cui tale settore è strategico per il Paese: è uno strumento di influenza geopolitica e di promozione dell’immagine dei Paesi nel mondo, un sostegno all’export e alle strategie di internazionalizzazione del Paese, favorisce l’attivazione di importanti investimenti in R&S e di occupazione qualificata e un supporto alla crescita, con una filiera di PMI specializzate e grandi player globali e high-tech. Infine lo sviluppo di tecnologie e prodotti con applicazioni duali, trasferendo benefici in altri settori. In altri termini, la partita dell’aerospace è cruciale per i destini industriali dell’Italia e dell’Europa.

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