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Maduro salda i legami con Russia e Iran (con la scusa del Covid-19)

Nonostante la pressione internazionale, Nicolás Maduro stringe i legami con i regimi totalitari. E questa volta è il turno dell’Iran. Con le sanzioni imposte dall’amministrazione di Donald Trump, il regime venezuelano si è rivolto al governo di Teheran per cercare di riattivare una delle più grandi raffinerie del Paese e fare fronte alla mancanza di combustile.

Secondo l’agenzia Associated Press, un nuovo aereo della linea Mahan Air è arrivato sul territorio venezuelano per consegnare componenti chimici per la produzione di benzina.  Una fonte anonima ha dichiarato all’agenzia che in Venezuela è previsto l’atterraggio di altri 14 voli nei prossimi giorni, rotte confermate dal sito di monitoraggio FlightRadar24. Sugli aerei ci sarebbero tecnici, militari e agenti di sicurezza della Repubblica Islamica.

Secondo Abc, la loro missione sarebbe prendere il controllo del settore petrolifero del Venezuela. “Ad oggi – si legge su Abc – ci sono stati tra Teheran e Las Piedras, una località venezuelana vicino ad un complesso di raffinerie di petrolio, due voli in un totale di 16 […] e l’Iran invierà in Venezuela personale e catalizzatori necessari per la produzione di carburante”.

I voli della tratta Iran-Venezuela sono molto rari. E quelli arrivati mercoledì e giovedì ad un aeroporto nello stato Falcón sono atterrati in mezzo ad una severa quarantena (con divieto di voli) imposto dal governo di Maduro per l’emergenza Covid-19. L’aeroporto dove sono atterrati i voli della linea Mahan Air è vicino al Centro di Raffinerie Paraguaná, uno dei più grandi al mondo.

AEROLINEA SOTTO IL MIRINO

L’aerolinea Mahan Air è sotto sanzioni da parte degli Stati Uniti dal 2011, con l’accusa di avere trasportato membri delle Forze Quds della Guardia Rivoluzionarie, così come membri del gruppo terrorista Hezbollah in Siria.

Dall’inizio della pandemia del coronavirus, Mahan Air ha mantenuto due voli commerciali verso la Cina, mentre tutte le altre aerolinee hanno sospeso le attività, secondo il Dipartimento di Stato americano e FlightRadar24. Alcuni esperti credono che questa scelta risponda alla necessità di offrire liquidità in valuta straniera al governo iraniano, che è sotto sanzioni.

“L’Iran non produce abbastanza combustibile per rispondere alla domanda interna”; ha spiegato Mohammad Rezaei, direttore di ricerca e tecnologia per la Compagnia di Raffinamento e Distribuzione Petrolifera Nazionale dell’Iran. A gennaio, l’agenzia Shana aveva anticipato che era in corso una crisi nelle nove raffinerie attive nel Paese. Ed è molto probabile che questi materiali arrivino dalla Cina.

UNA NUOVA COLLABORAZIONE

Il viceministro della Sanità iraniano, Mohsen Asadi Lari, ha parlato domenica in videoconferenza con il viceministro della Salute venezuelano, María Gabriela Miquilareno, per lo scambio di esperienze e supporto nella gestione di misure preventive del Covid-19 e di protocolli sanitari.

Il sito Mehr News sostiene che “l’incontro si è tenuto a seguito degli accordi raggiunti dai presidenti iraniani e venezuelani, Hassan Rouhani e Nicolás Maduro, durante la conversazione telefonica del 13 aprile”.

Maduro e Rouhani hanno concordato di rafforzare i rapporti storici, globali e di cooperazione, di fronte alle sfide poste dalla pandemia. “I presidenti del Venezuela e dell’Iran hanno ribadito la loro volontà di cooperare e affrontare congiuntamente il coronavirus – si legge sul sito -, garantendo una comunicazione efficace tra gli esperti scientifici dei loro Paesi”.

L’ALLEANZA CON MOSCA

Il governo russo ha confermato che invierà altre 40 tonnellate di materiale sanitario in Venezuela, per contribuire alla gestione dell’emergenza coronavirus.

“Molto presto, intorno al Giorno della Vittoria (9 maggio, ndr), speriamo che arriverà un nuovo carico importante di medicine, più di 40 tonnellate”, ha dichiarato Sergei Melik-Bagdasarov, ambasciatore russo a Caracas.

Il diplomatico ha detto che il carico è programmato dentro un nuovo contratto di cooperazione tra Russia e Venezuela. Tra marzo e aprile, la Russia ha inviato due carichi di 10mila e 20mila tamponi per il coronavirus.

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