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Come l’antisemitismo muta con il coronavirus. Il report israeliano

“La crescita della retorica antisemita sul coronavirus è stata accompagnata anche da minacce violente contro ebrei e israeliani”. Negli Stati Uniti l’allarme targato Fbi: estremisti di destra potrebbero tentare di infettare gli ebrei (c’è perfino chi propone di usare il coronavirus per uccidere gli ebrei parlando di Holocough, giocando su Holocaust e cough, tosse). Il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, ha minacciato così Israele: se a Gaza dovessero venire a mancare i respiratori, “sei milioni di israeliani non respireranno”. È l’allarme lanciato in “The virus of hate”, il virus dell’odio, un rapporto del ministero degli Affari strategici di Israele a cui Formiche.net ha avuto accesso, che ha analizza le convergenze, in particolare online, tra delegittimazione e antisemitismo ai tempi del coronavirus. 

Si tratta di fenomeni osservati anche dalle Nazioni Unite. Ahmed Shaheed, inviato speciale per le libertà religiose, ha avvertito che “i discorsi d’odio antisemiti sono aumentato in maniera allarmante dallo scoppio della crisi di Covid-19” e ha chiesto “misure più severe” per contrastare questo preoccupante sviluppo. Elan Carr, inviato speciale degli Stati Uniti per monitorare e combattere l’antisemitismo, ha parlato di un “nuovo antisemitismo”, adattamento di quello classico alla contingenza della pandemia.

Dal rapporto emergono due diverse tipologie di teorie del complotto antisemita, che condividono il messaggio: accusano gli ebrei e Israele di utilizzare e diffondere il virus per scopi politici o economici giocando sugli stereotipi antisemiti più classici. 

La prima è l’antisemitismo classico contro gli ebrei, accusandoli di diffondere virus e pestilenze. È perpetrato dall’estrema destra in Nord America (attivissimo l’ex capo del Ku Klux Klan David Duke) ed Europa, ma anche, seppur “in misura minore, dal grande pubblico e dalla sinistra radicale”. In questo caso la “vittima” degli ebrei e di Israele sarebbe “il mondo”, cioè i non ebrei. Un esempio? Questo video di un sito americano-russo.

La seconda è il nuovo antisemitismo contro lo Stato di Israele: una campagna di delegittimazione orchestrata da governi, attori parastatali, organizzazioni terroristiche e società civile, “nello specifico Iran, Autorità palestinese, Hamas e movimento Bds”. In questo caso, invece, le “vittime” sarebbero i palestinesi. Questa immagine diffusa dall’International Campaign Against Normalization (contro la normalizzazione dei rapporti tra Stati arabi e Israele) è un esempio perfetto: il virus a forma di Stella di David. 

Alcuni giorni fa, presentazione il rapporto dell’Istituto Kantor dell’Università di Tel Aviv (nel 2019 un aumento del 18% dei rispetto all’anno precedente nel mondo), Moshe Kantor, presidente del Congresso ebraico europeo, aveva spiegato (come riporta ProgettoDreyfus.com): “Dall’inizio della pandemia Covid-19, si è registrato un aumento significativo delle accuse secondo cui gli ebrei, sia come individui sia come collettivo o come Stato ebraico, sarebbero dietro alla diffusione del virus o ne trarrebbero direttamente profitto. Il linguaggio e le immagini utilizzate indicano chiaramente un revival delle ‘calunnie del sangue’ di stampo medievale, quando gli ebrei venivano accusati di diffondere malattie, avvelenare pozzi o controllare le economie”.

Che fare? L’inviato Usa, Carr, ha comunicato che il suo ufficio sta mettendo insieme un piano di contrasto dell’antisemitismo — che facilmente può essere replicato anche in Europa — che include il rafforzamento della sicurezza per le comunità ebraiche; promuovere l’adozione della definizione di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto; contrastare l’antisemitismo online; iniziative di educazione positiva sul contributo ebraico degli Stati Uniti alla società. 

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