Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Sfida a Huawei. Ecco come Trump (via Bolsonaro) vuole sostenere il 5G europeo

L’Unione europea tenta — trascinata dall’Alto rappresentante Josep Borrell — di diventare anche un gigante politico, oltreché economico, ambendo a giocare un ruolo terzo nella sfida geopolitica tra Stati Uniti e Cina. Per colpa del populismo trumpiano che poco piace a Bruxelles e dei timori verso la mancanza reciprocità di Pechino negli affari, i 27 sembrano dunque voler scommettere sui campioni europei. A partire dal 5G.

Alla luce di questa scelta, però, potrebbe essere difficile da mandar giù la trattativa tra gli Stati Uniti di Donald Trump e il Brasile di Jair Bolsonaro affinché il Paese sudamericano acquisti apparecchiature di quinta generazione prodotte dalle europee Ericsson e Nokia. A rivelarlo in una recente intervista al quotidiano brasiliano Folha de S.Paulo è stato l’ambasciatore statunitense in Brasile, Todd Chapman, un diplomatico di carriera, a differenza di molti ex manager (e suoi finanziatori) che il presidente Trump ha scelto di inviare in Stati amici. In precedenza Chapman era stato inviato dall’ex presidente Barack Obama alla guida della missione diplomatica in Ecuador.

L’ambasciatore ha spiegato che Washington è pronta a finanziare Brasilia per ragioni di “sicurezza nazionale” con l’obiettivo di “proteggere i dati e la proprietà intellettuale, nonché le informazioni sensibili delle nazioni”. Il tutto avverrebbe tramite la International Development Finance Corporation, un’agenzia federale statunitense fortemente voluta dal presidente Trump e istituita due anni fa al fine di contrastare le operazioni all’estero della China Development Bank. Non va dimenticato che a inizio anno il procuratore generale degli Stati Uniti William Barr aveva ipotizzato un acquisto delle azioni di Nokia ed Ericsson da parte di “un consorzio di aziende private americane e di Paesi alleati”. La strategia, aveva detto il numero uno della Giustizia di Washington, consisterebbe nel “porre il nostro largo mercato e i nostri muscoli finanziari dietro una di queste aziende” per “renderle formidabili concorrenti” e creare “un prodotto che può vincere i contratti”. 

Le parole dell’ambasciatore Chapman sono “un duro colpo” per il primo produttore 5G al mondo, cioè la cinese Huawei che, nota la Reuters, “ha consolidato la sua presenza in Brasile negli ultimi 20 anni”. Basti pensare che la stessa agenzia di stampa ad agosto aveva rivelato che Huawei avrebbe investito 800 milioni di dollari per costruire un’altra fabbrica nello stato brasiliano di San Paolo entro il 2022. Inoltre, il colosso di Shenzhen, continua l’agenzia, “ha condotto con successo test 5G con tutti e quattro i principali operatori — Telefonica Brasil SA, TIM Participacoes SA, Claro di America Movil e Oi SA — e li sta aiutando a modernizzare la propria infrastruttura in vista di una tanto attesa asta delle frequenze 5G”.

L’amministrazione Trump sta spingendo molto sul tema, esortando gli alleati a evitare Huawei per non andare a rischiare di offrire il fianco allo spionaggio cinese. Lo stesso ambasciatore Chapman ha spiegato che consentire alle società cinesi di implementare il 5G in Brasile potrebbe persino scoraggiare gli investimenti da parte di altre società straniere. “Chi vuole investire investimenti in Paesi in cui le informazioni non saranno protette?”, ha detto al quotidiano brasiliano. Un avvertimento al Brasile ma, indirettamente anche all’Unione europea. Per due ragioni. La prima riguarda i rischi per la sicurezza. La seconda, gli investimenti ai campioni europei potrebbero arrivare dagli Stati Uniti ma non solo.

×

Iscriviti alla newsletter