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Dietro front di Maduro sull’Europa, ma nuovi guai dall’Onu

Prosegue la “telenovela” del regime venezuelano con l’Unione europea. Dopo avere lanciato un netto ultimatum a Bruxelles, annunciando l’espulsione dell’ambasciatrice europea a Caracas, ora Nicolás Maduro ci ha ripensato: il rappresentante diplomatico dell’Europa, Isabel Brilhante Pedrosa, può restare sul territorio venezuelano. L’urlo offeso dopo le nuove sanzioni contro altri 11 funzionari del governo socialista non ha avuto la reazione che Maduro si aspettava.

Così il ministro per gli Affari esteri venezuelano, Jorge Arreaza, e l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, hanno sostenuto un amichevole dialogo. Secondo un comunicato di Bruxelles a cui il quotidiano El Mundo fa riferimento, i due hanno “coinciso nella necessità di mantenere i rapporti diplomatici, specialmente in momenti in cui la cooperazione tra le parti può spianare le strade del dialogo politico”.

Da ieri pomeriggio i toni erano cambiati, dopo un incontro tra il ministro Arreaza e l’ambasciatore spagnolo a Caracas, Jesús Silva – anche lui minacciato di durissime sanzioni da parte di Maduro. Quella del leader del regime, dunque, sarebbe stata l’ennesima sfuriata dopo l’aumento delle pressioni internazionali. Maduro aveva anche offerto un aereo in prestito a Brilhante Pedrosa per lasciare il Paese entro le 72 ore, in seguito a pesanti accuse di razzismo, colonialismo e suprematismo bianco.

Ma ora il presidente socialista sembra essersi rimangiato tutto e ha annullato l’annuncio di “persona non grata” per Brilhante Pedrosa. “Entrambe le parti – si legge nel comunicato – hanno concordato promuovere i contatti diplomatici tra le parti ad alto livello, per una cooperazione sincera e di rispetto del diritto internazionale”.

Arreaza, invece, non demorde. Sui social network ha scritto: “Esprimiamo il fastidio del governo bolivariano con l’Ue per la permanente insistenza di interferire nei nostri affari interni. […] Il Venezuela spera che ci sia un gesto che accompagni quello che abbiamo fatto. Speriamo che si eviti che dalla residenza di Spagna in Venezuela si cospiri contro la pace e la stabilità del Paese”.

Ma a cambiare idea non è solo Maduro. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha lasciato le posizioni timide sul Venezuela per denunciare la grave violazione dei diritti umani nel Paese sudamericano.

L’ex presidente del Cile ha dichiarato che continua la limitazione della libertà di espressione in Venezuela, così come gli arresti a leader politici che si oppongono al regime. Ha detto di apprezzare la cooperazione tra l’Onu e le autorità venezuelane.

Nel report aggiornato sulla situazione venezuelana, presentato al Consiglio dei Diritti Umani, Bachelet ha denunciato l’arresto di giornalisti, rappresentanti sindacali, medici e persone che hanno protestato per lo stato de deperimento dei servizi: “Il Paese patisce ancora gravi violazioni ai diritti economici e sociali per i bassi stipendi, l’alto prezzo degli alimenti e la mancanza di servizi pubblici”. In più, “continuano gli attacchi e ostacola il lavoro di parlamentari dell’Assemblea Nazionale”. Per Bachelet, la nomina del nuovo vertice del Tribunale Supremo di Giustizia del Venezuela, “diminuendo la possibilità di costruire condizioni per processi elettorali credibili e democratici”.

L’ambasciatore venezuelano alle Nazioni Unite, Jorge Valero, ha subito svalutato il report, sostenendo che è fatto da “informazioni di fonti di scarsa credibilità senza avere verificato con le autorità venezuelane”.

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