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Catalogna, è di nuovo crisi con i separatisti

C’è di nuovo tensione in Catalogna. Alla crisi sanitaria, che ha messo in ginocchio la regione spagnola, ora si aggiungono le proteste per la condanna del presidente catalano, Quim Torra, sospeso dalla Corte suprema per un anno e mezzo. Il rappresentante della comunità autonoma è stato ritenuto colpevole del reato di disobbedienza.

La causa? Non avere rimosso i nastri gialli dagli edifici pubblici del Parlamento durante le elezioni del 28 aprile 2019, simbolo dei membri del governo catalano (guidati dall’ex presidente della Generalitat, Carles Puigdemont) e ai leader indipendentisti che sono in carcere, come ordinato dal Consiglio elettorale centrale.

Migliaia di separatisti si sono riuniti davanti ai comuni della Catalogna in segno di solidarietà con Torre, con bandiere e striscioni a favore della libertà dei membri arrestati. La concentrazione principale è stata a Piazza Sant Jaume a Barcellona, dove ci sono stati lanci di petardi e sacchi di spazzatura contro la polizia.  I manifestanti hanno sfondato i cancelli di Parc de la Ciutadella per raggiungere le porte del Parlamento.

L’attuale presidente della Catalogna ha dichiarato che è questo è il momento di scegliere “tra democrazia e libertà o tra repressione e imposizione” e che per il movimento indipendentista catalano resta solo una ” rottura democratica, pacifica e disobbediente”. Continuando a portare avanti la causa indipendentista catalana in Europa.

In una nota stampa, la delegazione del governo catalano in Italia ha sottolineato è in atto la rimozione di un presidente  “un colpo ordito dallo stato spagnolo. Oggi sono i tribunali, con la firma del Re di Spagna e del governo spagnolo, coloro che tornano a interrompere il funzionamento delle istituzioni catalane e ci portano, in piena pandemia, a una situazione precaria che questo paese non merita”.

Secondo loro, la decisione del Tribunale Supremo di confermare l’interdizione del presidente della Generalitat “è una prova evidente che lo Stato spagnolo non intende abbandonare la via giudiziaria nell’affrontare la questione dell’autonomia della Catalogna, che invece è puramente politica”. E considera che Torra è il secondo presidente della Generalitat che viene fatto decadere dalle sue funzioni con un intervento dello Stato centrale, dopo il commissariamento dell’ex presidente Puigdemont, e il terzo consecutivo ad essere indagato (giacché anche l’ex presidente Artur Mas fu condannato per disobbedienza).

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