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Elezioni libere. L’appello di Leopoldo Lopez contro Maduro

Leopoldo López, prigioniero politico del regime venezuelano e fondatore del partito di Juan Guaidó, è arrivato in Europa e ha concesso un’intervista all’attore americano per il canale YouTube dell’Oslo Freedom Forum

Dopo sette dall’arresto da parte del regime di Nicolás Maduro per motivi politici, il leader dell’opposizione venezuelana Leopoldo López è libero. Il fondatore del partito Voluntad Popular è atterrato a Madrid, dopo essere fuggito dall’ambasciata spagnola a Caracas. È arrivato in Colombia in macchina e da lì ha preso un volo diretto al Paese iberico.

López è stato ricevuto dal premier Pedro Sánchez nella sede del Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) a Madrid. “Il Psoe vuole una via pacifica per risolvere la crisi in Venezuela, perché il popolo venezuelano deve soffrire il minimo”, ha scritto sui social network del premier spagnolo. López ha ribadito che non voleva lasciare il Venezuela, ma “purtroppo, le circostanze mi hanno portato a questo. Sono convinto che la posizione della Spagna e dell’Europa sarà la stessa del 2018, quando le elezioni non furono riconosciute”, in riferimento alle elezioni legislative di dicembre in Venezuela.

E ora López è tornato a parlare. López è stato intervistato dall’attore americano Ethan Hawke per il canale YouTube dell’ Oslo Freedom Forum. L’oppositore ha raccontato i sette anni di persecuzione e gli anni trascorsi nel carcere militare. Nella conversazione ha spiegato a Hawke  perché crede che l’unica forma per porre fine alla dittatura venezuelana sia attraverso le elezioni libere e giuste.

“Ci sarà un cambiamento in Venezuela. Non posso dirti se tra una settimana, un mese, un anno o due, ma ti posso assicurare che continueremo la lotta – ha dichiarato López –. C’è una discussione su quale tipo di democrazia vogliamo. Ma in Venezuela c’è una prima necessità ed è la libertà. Senza libertà non possiamo sognare nient’altro”.

Hawke è amico personale di López, per cui l’intervista sembrava una chiacchiera tra amici. Ha spiegato com’è riuscito a mantenersi sano, nonostante vivesse in una piccola cella per più di tre anni. La lettura, l’allenamento e la preghiera hanno salvato la sua mente, il corpo e lo spirito.

López ha poi raccontato che tristemente in Venezuela gli indici di povertà sono aumentati del 90% e la povertà estrema del 50%: “La denutrizione infantile colpisce due terzi dei bambini venezuelani”.

Per López la strada per raggiungere un cambio di regime è “iniziare ad organizzare le persone. Sono sempre in contatto con il popolo e le loro necessità. In questo senso, una forma di farlo è con proteste pacifiche; organizzare le persone politicamente, fare arrivare il messaggio di quanto sta accadendo in Venezuela”.

Ma purtroppo “in Venezuela non abbiamo una stampa libera – ha concluso López -. Non possiamo dare un messaggio di cambiamento perché la gente lo veda in tv o alla radio, così che abbiamo bisogno delle persone sui social network, che sono l’unico media per fare arrivare il messaggio”. Alla domanda di Hawke su come riuscirci, López ha insistito: “Elezioni giuste e libere”.

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