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Le elezioni di Maduro? Una farsa. E la consulta di Guaidó…

“Chi non vota, non mangia”. È questa la strategia (apertamente dichiarata) del regime venezuelano per spodestare il presidente del Parlamento domenica 6 dicembre. Settimana prossima, invece, ci sarà la consulta popolare organizzata dall’opposizione

Il Venezuela torna alle urne, tra polemiche, repressioni e molti dubbi sulla legittimità del processo. Domenica 6 dicembre si svolgeranno le elezioni legislative, in un ambiente carico di irregolarità e intimidazione. Gran parte delle forze politiche dell’opposizione hanno deciso di non presentarsi perché considera che non ci sono le condizioni di garanzie per un voto giusto e trasparente.

Infatti, il capo della campagna elettorale del Partito Socialista Unito del Venezuela sostiene che parteciperanno più di 107 partiti, 98 dell’opposizione, e più di 14.000 candidati. Non spiega però che sono tutti nomi vicino al governo, per garantire la maggioranza dei seggi al governo. In più, il chavismo ha annullato le tradizionali schede elettorali per relegare in un posto quasi nascosto all’opposizione e ha consegnato la guida del Consiglio Supremo Elettorale ai suoi fedeli.

LO STRUMENTO DEI SUSSIDI

Lunedì, in un comizio elettorale del Psuv, il numero due del regime venezuelano, Diosdado Cabello, ha apertamente dichiarato la strategia chavista per assicurarsi la vittoria elettorale tramite i sussidi alimentari. Al pubblico ha detto: “Chi non vota, non mangia. Verrà applicata una quarantena, e non mangerà  […] Le donne saranno alla guida di questa battaglia. Sono sicuro che sarà la donna ad alzarsi presto e dire a tutti in casa, ad alzarsi che bisogna andare a votare”.

Il contesto di disuguaglianza della campagna elettorale non è passato inosservato agli Stati Uniti e l’Unione europea, che ha respinto la proposta di inviare una missione al voto. L’invito alla comunità internazionale è di non riconoscere il risultato, proposta avanzata in unanimità settimane fa da tutte le forze politiche italiane al Senato.

ZAPATERO, AMICO DI MADURO

Mentre l’Ue si è schierata contro il voto, a sostenere Maduro dall’Europa è l’ex presidente spagnolo, José Luis Rodríguez Zapatero. Ancora una volta, l’ex leader socialista è atterrato a Caracas per incontrare il vicepresidente del Venezuela, Delcy Rodríguez, e lo stesso Maduro.

Per il chavismo, quest’alleato mantiene la sua posizione di osservatore indipendente, a favore del dialogo e della negoziazione tra diversi settori della società venezuelana. Ma la verità è che Zapatero si interfaccia solo con rappresentanti del regime, non ha mai visto né parlato con un solo membro dell’opposizione.

In una lettera aperta, firmata da Guaidó, Zapatero è definito un semplice alleato di Maduro, legittimatore della dittatura, non un intermediario o uomo neutrale.

AZIONI CONTRO GUAIDÓ

Secondo l’ultimo indice sulla democrazia globale del settimanale The Economist, il Venezuela occupa il 140° posto in una lista di 167 Paesi, posizionandosi molto vicino a Cuba e molto al di sotto dello Zimbabwe, Ruanda, Oman, Egitto, Iraq e Russia.

Per il politologo venezuelano Luis Salamanca queste elezioni servono soltanto al regime venezuelano, nella ricerca di costruire un sistema neo dittatoriale per liquidare alla dissidenza: “In maniera illegale, Maduro cerca di riprendere il controllo del Parlamento e fare uscire dal gioco Juan Guaidó”.

Una volta arrivati i risultati delle legislative di Maduro, il leader dell’opposizione Guaidó sicuramente sarà vittima della repressione del regime perché non avrà più l’incarico ufficiale di presidente del Parlamento. “Con la nostra maggioranza si imporranno i candidati della Patria – ha dichiarato Cabello -, e solleciteremo che si approvi una legge con carattere urgente per punire con tutto il peso della giustizia chi ha diretto l’Assemblea Nazionale in questi ultimi cinque anni”.

LA CONSULTAZIONE DELL’OPPOSIZIONE

Intanto, Guaidó ha convocato ad una Consultazione Popolare dal 7 al 12 dicembre. L’obiettivo è rilevare lo scontento della popolazione venezuelana nei confronti del regime e porre opposizione alle elezioni fraudolente di Maduro.

In questa consultazione potranno partecipare i venezuelani attraverso il voto digitale sulla piattaforma Voatz. Ci saranno invece postazioni per il voto in presenza in 78 Paesi e nei 335 municipi del Venezuela.

La prima domanda riguarda la richiesta della fine dell’usurpazione della presidenza da parte di Nicolás Maduro e la convocazione di nuove elezioni presidenziali e parlamentarie libere, giuste e verificabili; la seconda domanda riguarda il rifiuto della frode elettorale del 6 dicembre e con la terza si cerca un mandato popolare per la gestione internazionale dell’attenzione della crisi umanitaria e il ripristino della democrazia in Venezuela.

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