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Il voto (illegale) di Maduro e la posizione dell’Europa. La lettura di Magallanes

Il voto di ieri di Maduro è una farsa, che è stata respinta dal popolo venezuelano nonostante le minacce e le intimidazioni. Ora la vera manifestazione civile è la consultazione popolare che si svolge dal 7 al 12 dicembre. Il piano dell’opposizione e la risposta (necessaria) della comunità internazionale. Conversazione con Mariela Magallanes, deputata venezuelana in esilio e unica rappresentante del governo ad interim di Juan Guaidó in Italia

Com’era previsto, il regime di Nicolás Maduro ha annunciato una vittoria “gigantesca” nelle elezioni legislative svolte ieri su tutto il territorio nazionale. Nonostante i seggi elettorali fossero visibilmente vuoti, il leader del Grande Polo Patriottico Simón Bolívar, ha festeggiato il trionfo con il 67% dei 5,2 milioni di voti espressi.

La stoccata contro l’ultima istituzione democratica del Venezuela? Per il presidente del Parlamento, e leader dell’opposizione, Juan Guaidó, si tratta di un voto illegittimo, con il quale Maduro cerca di restare al potere: “Il rifiuto della maggioranza del popolo venezuelano è stato evidente. Il Venezuela ha voltato le spalle a Maduro e alla sua frode”.

Un voto con molte ombre, che non è stato riconosciuto dalla comunità internazionale fin dall’inizio, date le condizioni di disuguaglianza tra le forze politiche e i candidati dell’opposizione. In attesa di un pronunciamento congiunto, previsto per oggi, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Josep Borrell, all’ingresso del Consiglio Affari esteri in corso a Bruxelles, ha dichiarato che l’Europa “ha detto fin dall’inizio che il modo in cui sono state indette le elezioni venezuelane non soddisfa tutti i requisiti democratici […] non abbiamo potuto mandare gli osservatori […] Pare che l’affluenza sia stata assai bassa […] Aspettiamo il risultato finale e poi esprimeremo la nostra posizione”.

Ed è quel dato dell’alta astensione, nonostante le minacce apertamente dichiarate da parte del regime, l’ennesima prova dello scontento popolare in Venezuela. Come ha sottolineato in una conversazione con Formiche.net Mariela Magallanes, deputata venezuelana in esilio e unica rappresentante del governo ad interim di Juan Guaidó in Italia: “Il dato dell’astensione, che il regime riconosce di più del 67%, significa il rifiuto delle persone alla frode elettorale. Perché sanno che quello che è successo ieri non sono state elezioni, ma una frode fatta su misura da parte del regime”.

Per la deputata “è importante ricordare che per arrivare a questo sono stati eliminati partiti politici, c’è stato un attacco contro l’Assemblea Nazionale, è stato scelto un Consiglio Nazionale Elettorale privo di valore legale. E, nonostante le minacce, nonostante sia stato detto esplicitamente ‘chi non vota, non mangia’, lasciando in evidenza l’utilizzo del controllo sociale attraverso le necessità delle persone, il venezuelano semplicemente ha deciso di rifiutare la frode elettorale”. Secondo i dati rilevati dagli osservatori del Parlamento venezuelano, ieri in Venezuela c’erano più file per fare la spesa o fare benzina che nei seggi elettorali. “È la decisione di un popolo che sa che il suo voto è sequestrato – spiega Magallanes -, che sa che il suo diritto di scegliere non funziona finché il regime di Nicolás Maduro avrà il controllo delle istituzioni”.

“Ci hanno sempre detto che i venezuelani sono lì e non fanno niente – ha aggiunto la deputata -, che permettono che il regime continui a fare quel che fa. Ieri c’è stata la prova: più dell’80%, secondo i nostri dati, non si sono prestati alla farsa, con tutte le minacce. I centri di votazione vuoti sono la più grande e miglior prova che il popolo non sostiene Maduro”.

Ora in Venezuela aumenterà la crisi politica. “Non essendoci stato un voto ieri, noi continuiamo a difendere il principio di legittimità dell’Assemblea Nazionale – sostiene la parlamentare -. Un’Assemblea Nazionale che c’è oggi e che continuerà ad esserci finché non ci saranno nuove elezioni presidenziali e parlamentari libere, trasparenti e con tutte le condizioni di garanzie”.

Sulla logistica ci saranno pochi cambiamenti. Come ricorda Magallanes, i deputati legittimamente eletti sono stati cacciati dal palazzo legislativo a gennaio, quando il regime sequestrò la sede del Parlamento: “È importante sottolineare che le istallazioni sono state prese dai militari. Hanno sequestrato gli uffici amministrativi. Ma noi proseguiamo il lavoro, in maniera virtuale e semi-presenziale, sempre in resistenza, per la difesa dell’Assemblea Nazionale. E sarà ancora così”.

La strategia dell’opposizione venezuelana è centrata da oggi in una consultazione popolare, che si svolgerà dal 7 al 12 dicembre. “Si tratta di un’iniziativa cittadina – spiega Magallanes -, prevista nell’articolo 70 della Costituzione venezuelana. È la vera manifestazione dei venezuelani che da oggi diranno al mondo che rifiutano la frode elettorale di Maduro”.

Nella consultazione, la prima domanda riguarda la fine dell’usurpazione del potere da parte di Nicolás Maduro e chiede lo svolgimento di nuove elezioni presidenziali e parlamentari libere, giuste e verificabili; la seconda domanda chiede il rifiuto del voto del 6 dicembre e invita alla comunità internazionale a non riconoscerlo; e infine il terzo quesito ordina avanzare la gestione con la comunità internazionale delle azioni per il ripristino della democrazia in Venezuela e rispondere alla crisi umanitaria e la violazione dei diritti umani.

Sulla sicurezza di Guaidó e i suoi, adesso che Maduro sostiene di avere sconfitto l’opposizione in Parlamento, il rischio è latente. “L’hanno detto: il loro piano è schiacciare l’Assemblea Nazionale e arrestare i deputati e Guaidó – sottolinea Magallanes -. Secondo loro siamo responsabili di 22 anni di fallimenti di Nicolás Maduro. Ovviamente questo avvisa la comunità internazionale e fortifica lo spirito di lotta di Guaidó e i nostri deputati”.

La deputata spera in un pronunciamento da parte dell’Italia, giacché la scorsa settimana si stava lavorando in una risoluzione alla Commissione di Affari esteri della Camera precisamente per il rifiuto della farsa elettorale: “Oggi l’Unione europea si pronuncerà in nome di tutti i Paesi membri, inclusa l’Italia, che respingono la frode elettorale di Maduro. È un sostegno, frutto del lavoro di molti mesi, da quando sono state annunciate queste elezioni”.

“Questo è l’isolamento politico internazionale di Maduro – conclude Magallanes -. Non possiamo abbassare la pressione. Il Venezuela è massacrato dal regime, che continua a commettere crimini di lesa umanità. Sappiamo che in Venezuela sta aumentando la repressione e la persecuzione, ma la comunità internazionale è ferma e risponde alla volontà del popolo venezuelano”.

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