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America Latina 2021, l’anno elettorale in pillole

Dal Messico all’Argentina, sono molti i Paesi latinoamericani che andranno alle urne nel 2021, tra rallentamento della crescita economica, gestione della crisi sanitaria e un’altissima polarizzazione. Scenari, candidati e previsioni

Il continente americano è una delle regioni più colpite al mondo dal Covid, come confermano i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Come effetto della pandemia, la regione (escludendo il particolare caso del Venezuela) ha sofferto una decrescita economica del 7,9%.

La pandemia, e la gestione della crisi sanitaria, hanno avuto un fortissimo impatto nello scenario politico globale e nel funzionamento delle istituzioni democratiche. Secondo il think tank Wilson Center almeno 73 Paesi e territorio hanno deciso di rimandare le elezioni nazionali e regionali a causa del Covid.

Tuttavia, 86 località e Stati, tra cui Stati Uniti, Cile, Repubblica Dominicana e Uruguay, sono andati a votare, come era previsto, adottando diverse misure di sicurezza sanitarie.

Il 2021 è un anno ricco dal punto di vista elettorale per l’America Latina. Sono previste elezioni presidenziali o legislative, in Argentina, Messico, Honduras, Perù, Ecuador e ancora Cile. Per il Wilson Center, “lo scenario invita a riflettere sulle misure implementate nelle elezioni che sono avvenute quest’anno, per trarre lezioni sul modo nel quale si svolgono le elezioni, garantendo l’esercizio dei diritti politici dei cittadini e allo stesso tempo garantendo la salute della popolazione”.

La pandemia influirà molto probabilmente nell’apparizione di nuove leadership, di fronte alla necessità di politiche urgenti che aiutino a risollevare l’economia. Leandro Querido, direttore dell’organizzazione Trasparenza Elettorale, ha dichiarato al sito Gestión, che i risultati del 2021 saranno legati all’impatto della pandemia nella regione: “L’effetto del Covid su queste economie, che erano in crescita, è stato molto duro e li ha fermati. Per questo motivo i presidenti in carica, i partiti di governo e i loro candidati, hanno perso competitività”.

Ma quale sono le elezioni previste nel 2021 in America latina e qual è la situazione politica in questi Paesi?

El SALVADOR

Il 28 febbraio sono previste le elezioni legislative e regionali de El Salvador. Gli elettori sceglieranno 84 membri dell’Assemblea Legislativa del Paese, nonché sindaci e membri dei consigli municipali di 262 comunità del Paese.

Questo voto sarà indicativo della popolarità del giovane Nayib Bukele, arrivato alla presidenza a giugno del 2019. Ad oggi, i sondaggi lo premiamo, posizionando il suo partito Nuove Idee al primo posto. Con la maggioranza in Parlamento, Bukele darebbe un nuovo colpo politico ai due partiti tradizionali del Paese centroamericano.

ECUADOR

Il primo appuntamento del calendario elettorale latinoamericano è il 7 febbraio, giorno delle elezioni generali in Ecuador. Gli elettori dovranno scegliere il nuovo presidente e vicepresidente, che si insedieranno il 24 maggio.

La campagna elettorale è accesa da molti mesi. L’ex presidente Rafael Correa –inabilitato come candidato vicepresidente – guida la campagna del Centro Democratico da quando è in esilio in Belgio.

Ma tutti i sondaggi indicano che il suo candidato, Andrés Arauz, di Forza Impegno Sociale (FCS), sarà il vincitore. Non c’è certezza, invece, su chi sarà il suo competitor: il banchiere Guillermo Lasso, della coalizione CREO, o la leader indigena Yaku Pérez, candidata del Movimento di Unità Plurinazionale Pachakutik. Il secondo turno, se necessario, sarà l’11 aprile.

BOLIVIA

Dopo circa quattro mesi da quando Luis Arce, ex ministro dell’Economia di Evo Morales, e leader del Movimento al Socialismo è arrivato alla presidenza, in Bolivia si torna al voto. Il 7 marzo ci saranno le elezioni regionali per scegliere i governatori di 9 stati e i sindaci di 337 municipi. L’opposizione si presenterà alle elezioni in una coalizione tra i partiti Comunità Cittadina e Crediamo.

PERÙ

L’11 di aprile sono previste le elezioni generali in Perù. La crisi politica del Paese sudamericano è arrivata all’apice a novembre del 2020, quando il Congresso ha ottenuto i voti per la destituzione di Martín Vizcarra. La pandemia non ha fermato le proteste popolari, che hanno costretto alle dimissioni Manuel Merino, presidente del Parlamento. Così il congressista Francisco Sagasti è arrivato alla guida del governo ad interim.

La situazione è molto incerta, giacché il Paese è molto frammentato. Sono cresciuti molto nei sondaggi il partito di centrodestra Partito Viola e il partito di sinistra Nuovo Perù. Tra i candidati la figlia dell’ex presidente Alberto Fujimori, Keiko Fujimori, e l’ex presidente Ollanta Humala, entrambi indagati per corruzione. C’è la possibilità di un referendum lo stesso 11 aprile per portare avanti un progetto di legge che prevede la riforma Costituzione.

CILE

L’11 aprile in Cile ci sarà l’elezione dei 155 membri dell’Assemblea Nazionale Costituente, dopo la riforma costituzionale approvata dal referendum il 25 ottobre. Lo stesso 11 aprile sono previste le elezioni municipali e regionali, mentre il 21 novembre i cileni dovranno scegliere il loro prossimo presidente e i parlamentari. Il secondo turno, se necessario, sarà il 19 dicembre.

Questo appuntamento è percepito come l’inizio di un cambiamento, dopo le proteste contro il presidente Sebastián Piñera. Il candidato del Partito Comunista Cileno, Daniel Jadue, si mantiene come uno dei preferito. Jadue è attualmente il sindaco di Recoleta, un municipio al nord di Santiago de Chile.

MESSICO

Il 6 giugno i messicani sceglieranno i nuovi rappresentanti dei seggi della Camera di deputati e 15 dei 32 governi regionali in quella che è stata definita l’elezione più grande nella storia del Messico, per il numero di incarichi che saranno rinnovati. Siccome il mandato presidenziale è di sei anni, le elezioni federali sono un appuntamento importante per sondare il consenso della gestione del governo centrale. Gli ultimi sondaggi danno come favorito il partito di sinistra Movimento Rigenerazione Nazionale (Morena) del presidente Andrés Manuel López Obrador.

Per cercare di frenare la vittoria elettorale della sinistra, il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), Partito Azione Nazionale (PAN) e Partito Rivoluzione Democratica hanno ufficializzato un’alleanza chiamata Va per Messico.

ARGENTINA

Il 24 ottobre ci saranno le elezioni legislative in Argentina. Come da tradizione, quest’appuntamento elettorale avviene a metà del periodo presidenziale, per cui sono viste come un termometro del consenso popolare con il governo nazionale.

Con questo voto saranno rinnovati 24 dei 72 seggi del Senato argentino e 127 dei 257 della Camera. Si spera di conoscere qualche sarà l’accoglienza elettorale della coalizione Cambiano senza il leader Mauricio Macri e all’alleanza tra il presidente Alberto Fernández e la vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner.

NICARAGUA

Il 7 novembre ci saranno le elezioni del Parlamento in Nicaragua, e si spera un rinnovo dei parlamentari che sostengono il presidente Daniel Ortega, che compie 14 anni consecutivi al potere a gennaio 2021.

Il Parlamento nicaraguense ha approvato questa settimana una legge che vieta le candidature di chi finanzia o sostiene colpi di Stato, altera l’ordine costituzionale e/o celebra l’imposizione di sanzioni internazionali contro il Nicaragua. Con questa nuova normativa molti leader dell’opposizione saranno esclusi dalle elezioni. Diverse ong internazionali ed esperti considerano la legge come una manovra discriminatoria per limitare la concorrenza al partito di governo.

HONDURAS

In Honduras, il 14 marzo sono in programma le primarie per scegliere i candidati alla presidenza e vicepresidenza, 298 sindaci e 128 deputati.

Il 2021 potrebbe essere la prima volta nella storia che la guida del Paese ricade in mano a un nuovo partito, non più in un candidato del Partito Nazionale o del Partito Liberale, entrambi formazioni politiche tradizionali.

Tra i candidati favoriti ci sono Xiomara Castro, leader del partito di sinistra Libertà e Rifondazione, fondato con il marito, Manuel Zelaya, dopo il colpo di Stato con cui ha perso il potere nel 2009; e anche Juan Orlando Hernández, candidato del Partito Nazionale e attuale presidente del Honduras.

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