Skip to main content

Il digitale che c’è e il digitale che serve. Scrive Santoni (Cisco)

Di Agostino Santoni

Se la pandemia ha messo in risalto l’importanza del digitale ci ha anche ricordato la necessità di un digitale inclusivo e accessibile a tutti, che possa garantire un ritorno alla vita lavorativa in presenza sicuro agevolando anche lo smartworking. L’analisi di Agostino Santoni, ad di Cisco Italia e vicepresidente Cisco, Sud Europa

Una caratteristica tipica delle grandi crisi è che esse agiscono come un filtro: aiutano a separare il buono dalle scorie, costringono a focalizzarsi su ciò che conta, a prendere decisioni anche drastiche, a cercare soluzioni nuove per non soccombere e, possibilmente, continuare a evolvere.

Quanto è successo nell’ultimo anno ha certamente confermato questo effetto, trasformando a livello individuale e collettivo – e anche aziendale – la scala dei bisogni. Nel pieno di uno scenario tuttora incerto, dobbiamo definire le strategie per riparare ai danni economici e sociali che si sono prodotti con la pandemia e allo stesso tempo dobbiamo costruire un percorso di rilancio; non potendo più applicare molti metodi e modelli del passato, è urgente individuare una nuova visione, basata su alcuni fattori essenziali.

Tra i vari fattori, indubbiamente questa crisi ha fatto emergere una volta per tutte la digitalizzazione. Il digitale è diventato in molti settori il presupposto per la continuità e la sopravvivenza; l’accesso (o il mancato accesso) alla connettività, la competenza nell’utilizzare strumenti e servizi online, la maturità o immaturità tecnologica e culturale delle aziende sono state discriminanti.

Abbiamo toccato con mano la differenza tra il digitale che c’è e il digitale che serve; questo condizionerà il modo in cui guarderemo alla tecnologia d’ora in poi, renderà indispensabile continuare a investire e ad innovare, potendo fortunatamente già contare su tante soluzioni accessibili in modo semplice, ottimizzato e sicuro, pronte a sostenere anche i progetti di rilancio della Next Generation Eu.

Sono segnali che anche qui in Italia sono recepiti: è importante rilevare che il mercato ict italiano, pur avendo avuto una flessione del 2% nel 2020 come calcolato da Anitec-Assinform, ha ceduto alla crisi meno di altri settori e conta per il 2021 su previsioni di crescita positive, del 3,4%. Questi numeri sono importanti anche perché significano lavoro: il digitale può essere un’opportunità per tante persone colpite dalla crisi di riqualificarsi, per rispondere a una domanda di professionisti che – come evidenziato a fine anno dall’Osservatorio delle competenze digitali – è ripartita con una crescita del 13% negli ultimi sei mesi.

Tra tutti i player del settore, Cisco è quello che si colloca più al centro della trasformazione digitale. La nostra missione è progettare l’onternet del futuro che supporterà la rivoluzione del 5G, l’ibridazione tra mondi fisici e virtuali nel lavoro, nella produzione, nella comunicazione – e la piena realizzazione delle promesse di un’economia basata sui dati.

Per questo oggi più che mai, a fronte di una pandemia che ha messo in luce e esacerbato i gap sociali, tecnologici, economici all’interno del nostro Paese così come nello scenario internazionale, sentiamo una grande responsabilità nel fare in modo che il futuro che ci apprestiamo a costruire sia un futuro inclusivo.

La piattaforma intuitiva, automatizzata, sicura e performante che sviluppiamo non ha senso se le sue opportunità non sono disponibili ovunque e non rendono protagoniste le persone.
Per questo, come già abbiamo fatto in passato e ora con maggior forza, il 2021 e gli anni a venire ci vedranno impegnati a offrire formazione con le nostre Networking academy, a sostenere l’ecosistema di innovazione, a collaborare con le istituzioni per accelerare la digitalizzazione del Paese con il nostro piano digitaliani, a fare rete con le imprese e con il mondo del non profit. Continueremo, per quanto ci è concesso, a promuovere un’innovazione e una crescita che coinvolgano tutta l’Italia e aiutino a rilanciare anche i settori più in sofferenza della nostra economia e della società.

×

Iscriviti alla newsletter