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La strategia Biden sui migranti? Dosi di AstraZeneca donate al Messico

Gli Stati Uniti chiedono al Messico di gestire in modo più fermo il transito dei migranti, sia dal confine con il Guatemala (a sud) che verso quello americano (a nord). In cambio, anche se non è esplicito, la garanzia di milioni di dosi di vaccino AstraZeneca

Il presidente americano Joe Biden cerca di smantellare la politica migratoria del suo predecessore, Donald Trump. A pochi mesi dall’arrivo alla Casa Bianca ha già bloccato i lavori per la costruzione del Muro alla frontiera con il Messico, ha fermato l’espulsione di minori al confine e ha sostenuto la riforma della Camera del programma American Dream and Promise Act come un passo importante per riformare il sistema dell’immigrazione.

Ma questo non ha risolto il problema, anzi. Con il cambio della guardia alla presidenza, il flusso di migranti che si recano alla frontiera con la speranza di potere entrare in territorio americano è aumentato drammaticamente. A febbraio sono state arrestate circa 100.000 persone – tra cui 9.457 minori non accompagnati – un aumento del 28% rispetto al mese di gennaio, secondo i dati ufficiali. Alejandro Mayorkas, segretario per la Sicurezza Interna, ha dichiarato che è stato quasi raggiunto “il più alto numero di persone nella frontiera del sud degli ultimi 20 anni”.

Per Biden, il suo arrivo non è la vera motivazione, ma ha comunque voluto lanciare un appello ai migranti durante un’intervista ad Abc News: “Posso dirlo chiaramente, non venite. Non lasciate la vostra città o comunità”.

Come sottolinea il quotidiano americano The New York Times, la strategia del presidente americano è di fare pressione sul Messico perché freni il flusso di migranti, invitando al governo di Andrés Manuel López Obrador ad accogliere più famiglie rimpatriate dagli Usa e a intensificare i controlli al confine con il Guatemala.

Secondo il quotidiano, durante la videochiamata tra Biden e López Obrador di inizio marzo, il presidente americano ha chiesto all’omologo messicano se poteva fare di più per aiutarlo a risolvere la crisi migratoria. Entrambi i leader hanno discuso sulla possibilità di inviare dagli Usa al Messico un lotto di vaccini. E l’amministrazione Biden ha deciso di inviare circa 2,5 milioni di dosi di AstraZeneca, secondo le dichiarazioni di un funzionario della Casa Bianca al NYT. Per il Canada, invece, la donazione sarà di 1,5 milioni di dosi, sempre AstraZeneca. Il piano logistico è ancora in fase di discussione.

Un altro indizio sulla tempistica dell’accordo sanitario, e non solo, arriva dall’account Twitter del ministro per gli Affari esteri messicano, Marcelo Ebrard: “Mi chiedono se è vero che c’è un accordo sui vaccini con gli Stati Uniti dopo la conversazione tra i presidenti López Obrador e Biden. Sí, è corretta questa informazione. Darò dettagli perché ancora stiamo lavorando su questo. Buone notizie!”. Qualche ora dopo, ha confermato l’intesa: “L’accordo con gli Stati Uniti dà priorità ad AstraZeneca per assicurare la seconda dose a 870mila adulti, che hanno ricevuto la prima dose a febbraio. Si tratta di 2,5 milioni di dosi. Sarà il miglior inizio per un’ampia cooperazione sui vaccini. Continuiamo a lavorare, si finirà la sera”.

Il Messico si è impegnato ad aumentare i controlli nella frontiera con il Guatemala per dissuadere i migranti in arrivo dal Centroamerica, e per ridurre l’arrivo di migranti fino al confine con gli Stati Uniti.

Il NYT scrive che, sebbene funzionari messicani sostengano che gli sforzi per assicurare i vaccini sono separati dai negoziati sulla migrazione, riconoscono che i rapporti tra Stati Uniti e Messico avrebbero una nuova spinta con un invio di dosi.

Adam Isacson, esperto di sicurezza frontaliera dell’Ufficio di Washington per l’America latina, crede che “la probabilità che l’amministrazione uscente di Trump tornasse a minacciare con i dazi era bassa, per cui c’era un incentivo per il ritorno del Messico ai rapporti preesistenti”.

Infine, il governo di Biden sembra aver messo in una difficile posizione il Messico. Non sarà usata la carta dei dazi per chiedere più sforzi ai messicani, ma probabilmente si darà un significato geo-strategico al vaccino e alla gestione della crisi sanitaria. L’amministrazione statunitense si presenterà più amichevole rispetto all’ex presidente Trump, ma chiederà al Messico di fare il “lavoro sporco” imponendo una linea più dura sulla migrazione.

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