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I BTP Green debuttano col botto. Un record europeo

Green bond BTP verdi

L’Italia si intesta la più grande sottoscrizione (a livello europeo) di bond “verdi”, i cui proventi saranno indirizzati verso sostenibilità, trasporti, efficientamento energetico e ricerca

Successo esplosivo per i BTP “verdi” emessi ieri per la prima volta dal ministero dell’economia italiano. Secondo Intesa Sanpaolo, che ha collocato le obbligazioni assieme a BNP Paribas, Crédit Agricole, JP Morgan e NatWest, gli 8,5 miliardi di euro raccolti dallo Stato hanno segnato il più grande debutto di un green bond sovrano a livello europeo. Il messaggio è chiaro: nei mercati c’è sempre più fame di verde.

Il nuovo titolo di Stato, dedicato esclusivamente a investitori istituzionali, ha un tasso annuo di 1,50% e scadrà nel 2045. Il rendimento annuo indicato dal MEF è pari a 1,547%. Secondo FT, lo Stato è riuscito ad abbassare il premium rispetto a un normale BTP italiano, da 0,15 a 0,12 punti percentuali. Non è chiaro se saranno emesse altre tranche prossimamente, ma l’eccellente risultato porta a pensare che la possibilità sia molto concreta.

I fondi raccolti saranno diretti verso investimenti mirati a rendere più sostenibile il Paese, stimolando nel contempo la crescita dell’economia verde. Nello specifico, l’Italia li userà per migliorare in chiave ambientalista trasporti, efficienza energetica, elettricità e riscaldamento da fonti rinnovabili, prevenzione e controllo dell’inquinamento e l’economia circolare, oltre a finanziare la ricerca.

Con la prima emissione di obbligazioni verdi l’Italia si unisce in grande stile ai Paesi europei già attivi nel mercato di riferimento, ossia Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia e Svezia. Secondo quanto dichiarato ieri dal ministro delle finanze britannico Rishi Sunak, anche il Regno Unito pensa di emettere due tranche quest’anno.

I BTP Green sono stati emessi a distanza di settimane da una tranche di BTP classici, che sono stati positivamente impattati dalla fiducia che i mercati hanno riservato alla nomina premier dell’ex capo della BCE, Mario Draghi. Di recente lo spread con i Bund tedeschi ha toccato il minimo in sei anni (meno di 90 punti base), consentendo allo Stato italiano di indebitarsi a condizioni più vantaggiose.

L’attenzione politica per le questioni ambientali, unita alla necessità di indirizzarvi il 37% dei 209 miliardi in arrivo dal fondo Next Generation EU, hanno certamente contribuito alla fiducia degli investitori. L’Italia, in linea con gli altri Paesi europei, si è impegnata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

Alla luce dei piani di lungo respiro a livello italiano, europeo e globale, il solo settore delle energie rinnovabili può arrivare a possedere un valore aggiunto di 350 miliardi di euro. Questo è stato messo nero su bianco da Confindustria Energia in una memoria trasmessa alla  Commissione Attività produttive della Camera dei deputati e alla Commissione industria del Senato. Secondo MF – Milano Finanza, “al 2030 in Italia sono previsti investimenti per 110 miliardi di euro per infrastrutture energetiche primarie”.

Gli investitori sembrano fidarsi: secondo FT, gli ordini per i BTP Green italiani hanno raggiunto gli 80 miliardi di euro. Davide Iacovoni, responsabile del Tesoro per il debito pubblico, ha indicato in precedenza di voler finanziare gli sforzi green raccogliendo 35 miliardi di euro. Pochi dubbi sulla fattibilità: Wall Street Italia riporta che “il volume delle obbligazioni verdi, sostenibili e sociali emesse nel 2020 ha raggiunto i 520 miliardi di dollari” a livello globale – un ottimo risultato per una categoria di debito così giovane.

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