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Perché Sinovac non va. I paradossi in Cile e in Turchia

Nonostante l’avanzata campagna di vaccinazione nei due Paesi, la diffusione del virus aumenta. Il fattore comune è l’uso del vaccino cinese, che sembra deludere le aspettative di efficacia, già molto basse. Il caso della Cina – che non vaccina – e l’ipotesi di una terza dose

 

Poco più di un mese fa, il Cile era visto come uno dei Paesi modelli nella campagna di vaccinazione anti-Covid; il migliore in America latina. Oggi però i cileni sono caduti di nuovo nello sconforto per una nuova ondata di casi, che si sono più che raddoppiati nelle ultime settimane.

IL PARADOSSO CILENO

Secondo il monitoraggio dell’Università di Oxford, dopo Israele, il Cile è tra i Paesi con più vaccinati ogni 100 abitanti, seguito dagli Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti. Come si spiega, dunque, la diffusione maggiore del virus e l’aumento dei ricoveri, che è paragonabile al momento più critico della pandemia a giugno del 2020?

Sul Financial Times, gli esperti cileni attribuiscono quest’avanzamento inaspettato del Covid alla presenza di varianti più infettive del virus, ad un allentamento delle distanze sociali e una maggiore mobilità.

IL PICCO IN TURCHIA

Ma c’è un filo che lega la situazione pandemica della Turchia con il Cile: il siero cinese Sinovac. La popolazione turca, come la cilena, è stata vaccinata quasi totalmente con il siero Sinovac. In Turchia, di 18,2 milioni di dosi, 16 milioni sono del farmaco cinese.

In Turchia, nonostante l’avanzata campagna vaccinale, la diffusione del virus è molto critica. Il ministero della Salute turco ha registrato un nuovo record di casi: 55.941 contagi in 24 ore e 258 morti, per un totale di 3,6 milioni di casi e 33.201 decessi dall’inizio della pandemia

POCO SOPRA LA SOGLIA MINIMA

Il Financial Times spiega che gli esperti attribuiscono il balzo delle infezioni al basso tasso di efficacia del vaccino cinese Sinovac, somministrato ad oltre il 90% della popolazione cilena: “L’Istituto brasiliano Butantan ha annunciato a gennaio che il vaccino CoronaVac di Sinovac ha avuto un tasso di efficacia generale nei suoi studi del 50,4%, appena al di sopra della soglia minima del 50% affinché un vaccino possa essere considerato vitale”.

Sebbene Sinovac sia completamente efficace solo dopo la seconda dose – a differenza del Pfizer che è molto più efficace dopo una sola dose -, circa il 40% dei cileni ha già due dosi, ma nel Paese sudamericano il virus corre lo stesso.

COME FUNZIONA SINOVAC?

Il vaccino di Sinovac funziona in maniera diversa rispetto ad altri come Pfizer, Moderna e Johnson and Johnson. Secondo il quotidiano The New York Times, il farmaco insegna al sistema immunitario la fabbrica di anticorpi contro il Covid, che viene inoculato – inattivo – nel corpo. Le proteine virali provocano una risposta del sistema immune, che comincia a produrre anticorpi e crea una memoria del virus.

Gao Qiang, dirigente di Sinovac, ha spiegato all’agenzia Reuters, che l’effetto degli anticorpi sviluppati dal loro vaccino  sono diminuiti significativamente di fronte alla variante sudafricana, per cui si sta analizzando la possibilità di dovere inoculare una terza dosi di rinforzo.

MORTE SOSPETTE A HONG KONG

Poco se ne parla, ma si sono registrati decessi anche tra i vaccinati con Sinovac. Fino all’inizio di marzo, in Cina non sono stati registrati (o forse annunciati) morti durante la campagna di vaccinazione, ma a Hong Kong sì: 13 in totale, di cui 11 avevano ricevuto il farmaco cinese Sinovac. Il South China Morning Post ha sottolineato che non ci sarebbero collegamenti diretti in due casi registrati, ma negli altri casi sono ancora in corso le indagini per capire le possibili cause.

VACCINAZIONE A RILENTO IN CINA

Sorprende anche la lentezza della Cina nella campagna di vaccinazione. Anche se è stato uno dei Paesi che ha cominciato per primo, a luglio dell’anno scorso, e ha una delle capacità di produzioni più grandi a livello internazionale, non ha vaccinato nemmeno la metà della popolazione. Per ora la strategia per contenere la crisi sanitaria è mantenere le limitazioni.

Secondo i dati di Our World in Data, al 14 marzo erano state somministrate solo 4,5 dosi ogni 100 persone. L’obiettivo, secondo il consigliere di Pechino per la sanità, Nashan Zhong, è vaccinare il 40% della popolazione entro luglio.

Ovviamente le dimensioni demografiche colossali del Paese asiatico influiscono nel rallentamento del processo. Benjamin Cowling, professore di epidemiologia all’Università di Hong Kong, ha spiegato alla Bbc che la “Cina dovrà vaccinare più di un miliardo di persone con due dosi, per cui ha bisogno di 2 miliardi di vaccini. E questo richiede un po’ di tempo”.

Eppure, l’agenzia statale Xinhua sostiene che le grandi farmaceutiche cinese, tra cui  China National Pharmaceutical Group (Sinopharm), CanSino Biologics Inc (CanSinoBIO) e Sinovac Biotech Ltd – hanno capacità di produrre 2 miliardi di vaccini all’anno, e si stanno preparando per aumentare la produzione.

Solo che l’uso, secondo l’agenzia The Associated Press, è destinato alla diplomazia del vaccino, con più di 500 milioni di dosi per 45 Paesi alleati.

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