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Nessuno dica Tienanmen. Così Pechino cancella la memoria a Hong Kong

Con la scusa della pandemia, le autorità cinesi hanno vietato la manifestazione per commemorare il massacro del 1989. Chi si presenta alla storica veglia rischia fino a cinque anni di carcere. Chi invece pubblicizza l’evento un anno di carcere

Cancellata la libertà, è il turno della memoria. Il governo cinese ha deciso di vietare esplicitamente qualsiasi evento commemorativo del massacro di Piazza Tiananmen a Macao. Ufficialmente le autorità parlano di una misura per evitare il sabotaggio della sicurezza nazionale e rischi per la salute pubblica con la diffusione del Covid-19. Ma tutti gli indizi portano a un nuovo giro di vite contro la libertà d’espressione.

Come si legge sul sito Hong Kong Free Press, le autorità di Pechino condanneranno fino a 5 anni di carcere chi partecipa alla veglia per la commemorazione delle proteste del 1989 a Tiananmen. La pena per chi pubblicizza l’evento, invece, sarà di un anno di reclusione.

“Le riunioni e il corteo rilevanti sono assemblee non autorizzate – si legge in una nota ufficiale ripresa da Hong Kong Free Press – Nessuno dovrebbe prendervi parte, o pubblicizzarlo, altrimenti potrebbe violare la legge”.

La normativa si applica a chiunque tenti “di sfidare la legge, incluso il divieto di assembramenti di gruppo – aggiunge la comunicazione -, l’ordinanza sull’ordine pubblico, la legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong”.

La veglia a lume di candele per Tiananmen al Victoria Park, una volta, radunava decine di migliaia di persone. Si trattava di un evento organizzato sul suolo cinese “per ricordare coloro che sono stati uccisi quando la protesta a favore della democrazia è stata repressa”, ricorda il sito.

L’anno scorso è stata la prima volta in 31 anni che le autorità hanno limitato la manifestazione a causa della pandemia, ma comunque molti cittadini si sono presentati. È per questo che Joshua Wong e altri attivisti del fronte democratico sono stati condannati e aspettano nuove condanne nei prossimi mesi.

La governatrice di Hong Kong Carrie Lam ha dichiarato la scorsa settimana che la ripresa di eventi artistici su larga scala ha dimostrato “il graduale ritorno alla normalità di Hong Kong”. Una normalità da cui però resterà fuori un appuntamento storico che da più di trent’anni riunisce ogni anno la comunità, e uno degli ultimi spazi di manifestazione libera del pensiero.

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