Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Chiude Apple Daily. Così Pechino spegne l’ultima voce libera a Hong Kong

La decisione sarà annunciata venerdì. Con beni e conti bloccati l’amministrazione non è in grado di sostenere l’operatività. Il piano di censura di Pechino che chiude i battenti a uno degli ultimi media indipendenti

Apple Daily, noto tabloit pro-democrazia di Hong Kong, rischia la chiusura. In seguito all’arresto di cinque giornalisti (qui l’articolo di Formiche.net), e il congelamento di conti e beni, il consiglio di amministrazione della pubblicazione deciderà questa settimana se chiudere i battenti.

Le autorità cinesi hanno bloccato circa 2,3 milioni di dollari di proprietà delle tre società collegate ad Apple Daily, per cui l’amministrazione ha dichiarato di non essere in grado di pagare i conti per l’operatività della pubblicazione.

Il proprietario di Apple Daily, Jimmy Lai, è in carcere con l’accusa di avere violato la nuova legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong. La settimana scorsa l’imprenditore si è dichiarato colpevole di avere partecipato ad una manifestazione non autorizzata di protesta contro il regime di Pechino.

Mark Simon, consigliere di Lai, ha detto che Apple Daily potrebbe essere costretto a chiudere fra poco giorni. In un’intervista alla Bbc, ha spiegato che la testata “non può fare nulla finché i suoi conti bancari sono fuori uso […] Se non hai soldi non puoi avere servizi. Cosa più importante, non puoi promettere di pagare le persone quando non hai accesso al denaro per coprire quelle spese. È illegale a Hong Kong. Il giornale è ancora in edicola oggi, ma è solo questione di giorni prima di chiudere, a meno che i suoi conti bancari non vengano sbloccati”.

I media concorrenti Now TV e Oriental Daily sostengono che la decisione di Apple Daily di chiudere è praticamente presa. La fine del giornale rappresenta la scomparsa di uno dei pochi media locali che sono critici nei confronti del governo cinese, e anche una vittoria della strategia di Pechino di silenziare i dissidenti più noti a livello internazionale.

×

Iscriviti alla newsletter