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Il dialogo tra imprese, Stato e cittadini motore del futuro sostenibile

Di Gian Luigi Cervesato

La sostenibilità è un concetto complesso che si muove di pari passo con l’innovazione ma non soltanto da un punto di vista tecnologico. “Innovare” significa avere il coraggio di essere impresa assumendo oggi una visione di lungo periodo per definire i modelli produttivi e di consumo del futuro. L’intervento di Gian Luigi Cervesato, General Manager JTI Italia

Per molto tempo, all’interno del mondo aziendale, crescita economica e sostenibilità sono stati percepiti come concetti alternativi, quasi antitetici. Ma ultimamente qualcosa sembra essere cambiato. Con la portata dei problemi ambientali, le disuguaglianze sociali e le sfide della competitività nell’economia globale da affrontare, oggi c’è una crescente necessità di rinnovare i business. Le aziende hanno progressivamente riscoperto il valore del green e, talora con ritardo, si stanno adeguando a un nuovo modo di fare impresa, che tiene conto dei bisogni dell’ambiente e delle future generazioni.

Alla prova dei fatti, coniugare questi elementi pare non essere più impossibile. E non soltanto perché il pianeta e i territori ne hanno un gran bisogno, ma anche perché è necessario che le grandi imprese assolvano, finalmente, al proprio ruolo sociale. Per fare in modo che questa tendenza virtuosa diventi la regola, tuttavia, è necessario che si verifichino una serie di circostanze che coinvolgano in un dialogo costante i diversi attori in gioco, dalle pubbliche amministrazioni alle aziende, fino ad arrivare, ovviamente, agli stessi cittadini.

Il cambiamento verso un modello collaborativo, infatti, deve partire da tre presupposti fondamentali: la ritrovata consapevolezza del fare impresa, la semplificazione normativa su più livelli e l’educazione dei singoli individui. La sfida è prima di tutto culturale perché è necessario ri-orientare la nostra economia. La sostenibilità è un concetto complesso che si muove di pari passo con l’innovazione ma non soltanto da un punto di vista tecnologico. “Innovare” significa avere il coraggio di essere impresa assumendo oggi una visione di lungo periodo per definire i modelli produttivi e di consumo del futuro.

Ecco perché negli ultimi anni, in particolar modo dopo l’emergenza sanitaria, JTI Italia ha messo in moto un processo di rinnovamento che ha portato a riscoprire il proprio ruolo rispetto agli stakeholder di riferimento. Essere parte di un’organizzazione multinazionale presente in 81 Paesi che impiega 44.000 persone nel mondo di 115 nazionalità diverse significa appartenere a un contesto multiculturale in cui la sostenibilità diventa il new normal verso cui muoversi per la costruzione di un contesto più equo e inclusivo, diffondendo e comunicando buone pratiche sia all’interno sia all’esterno della realtà aziendale per poter stimolare il cambiamento.

Nella costruzione di questa nuova visione, è fondamentale il confronto con lo Stato. Una delle grandi sfide del Paese è, da molto tempo ormai, quella della semplificazione su più livelli. Ed è necessario che finalmente questa sfida venga portata a termine per favorire la transizione ecologica. Considerato il ruolo che le imprese hanno nello sviluppo dello Stato è fondamentale che quest’opera di confronto si traduca in incentivi agli investimenti, per garantire una continua programmazione sui territori al fine di raggiungere insieme l’obiettivo finale: realizzare un modello economico più inclusivo e sostenibile.

I veri protagonisti del processo di cambiamento sono i cittadini stessi, che devono diventare portatori di un nuovo approccio alla cura sostenibile. È da questo che dipende buona parte del futuro del territorio, laddove l’obiettivo rimane creare un modello di sviluppo virtuoso che coniughi le politiche di welfare con la produttività.

In definitiva, la possibilità di far convivere crescita economica e sostenibilità necessita di un alto grado di impegno ma non è irrealizzabile. Non può esserci crescita se non si garantiscono sostenibilità economica e sociale, all’interno di un sistema che punti all’inclusione dei soggetti più svantaggiati e che non lasci indietro nessuno.

Cambiare comporta sempre dei sacrifici, ma il futuro è già iniziato e tutti, Paese, aziende e cittadini, sono chiamati a farne parte.

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