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Duemila miliardi di risparmio? Fuori dalla cassaforte, dentro le Pmi. Per tornare a crescere

Di Andrea Ferrari

C’è un tesoretto (infruttuoso) di risparmio privato. Le imprese dovrebbero poter accedere al finanziamento anche di piccoli investitori tramite piattaforme di raccolta online, con i commercialisti a fare da presidio. La proposta di Andrea Ferrari, presidente Aidc (Associazione italiana Dottori Commercialisti)

La grande incertezza e il restringimento dell’attività economica causati dalla pandemia hanno di nuovo spinto in alto il tasso di risparmio in Italia, che precedentemente era in discesa. Secondo le elaborazioni AIDC i depositi nelle casse delle banche ammontano ormai a 2.000 miliardi, un vero e proprio tesoretto. E il tasso di risparmio, ci dicono le previsioni del Mef, dovrebbe restare per qualche anno più alto di quanto non fosse fino al 2019, prima della crisi sanitaria.
Andrea Ferrari, AIDC

Ma dalla pandemia sembra che per fortuna stiamo uscendo. Questo sta provocando vivaddio una ripresa economica, che però porta con sé un ospite sgradito: l’inflazione, che per i capitali rischia di essere quel che per il formaggio conservato in cantina sono i topi. Allora, la domanda è: esiste una via per rendere produttivo per i risparmiatori investire, una via che faccia anche bene all’economia italiana nel suo complesso? A mio giudizio esiste, ma c’è bisogno di uno scatto culturale, e anche legislativo.

E’ il momento di pensare a nuove misure che permettano alle imprese un più facile accesso alle fonti di finanziamento, così da mettersi alle spalle le difficoltà finanziarie che sono un altro lascito del Covid. Si potrebbe partire implementando misure già operative, come quelle in vigore per le start up e le PMI innovative. L’idea di fondo è che le imprese possano disporre di strumenti come la possibilità di finanziamento da parte di investitori privati tramite piattaforme di raccolta online.

Fare questo sarebbe produttivo per entrambi: le imprese potrebbero giovarsi del supporto economico di investitori privati, innovando ed espandendosi, e dunque ponendo le basi per una crescita economica non di breve periodo. Dal canto loro i risparmiatori avrebbero l’occasione di rendere profittevole il risparmio, togliendolo da “sotto il mattone” dove è a rischio. Però, certo, i mercati finanziari possono essere un luogo che induce preoccupazione, specie per i non addetti ai lavori.

Ma a tutela del risparmiatore c’è la figura del commercialista che, presidiando questi nuovi portali, potrebbe attestare la solidità delle imprese che richiedono l’ammissione al sistema, contenendo così il rischio dell’investimento. Un commercialista che diventa advisor come una classica PMI italiana che si trasforma in public company. Nei paesi in cui queste parole non fanno paura il Pil è più robusto. Ne abbiamo parlato al IX Meeting nazionale AIDC con economisti, imprenditori innovativi, esponenti del Parlamento, del Mef, della Consob. Tutti concordavano: è il caso di provarci.

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