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Anche il Mozambico nella partita energetica anti Putin

L’Italia schiaccia l’acceleratore sul piano di differenziazione dagli approvvigionamenti energetici dalla Russia. Di Maio (e Descalzi) a Maputo

C’è anche il Mozambico tra i Paesi che aumenteranno le forniture energetiche all’Italia e che faranno da sostegno tecnico alla grande iniziativa politica con cui il governo Draghi sta costruendo l’ambiziosa indipendenza (intanto la diminuzione della percentuale di dipendenza) dalla Russia come fornitore di materie prime energetiche. Un piano che Roma porta avanti parallelamente alla richiesta di un intervento europeo per ammorbidire gli effetti del conflitto sull’energia, e dunque direttamente sulle tasche di cittadini e imprese.

È il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a dare l’annuncio che Maputo è della partita italiana, che si è resa necessaria da tempo e imprescindibile da quando è iniziata la guerra di Putin — lo è diventata sia per ragioni pratiche (l’aumento dei prezzi dell’Oil&Gas, la differenziazione) che per risposta etica politica (tagliare i ponti con la Mosca putiniana).

”Il conflitto russo-ucraino sta amplificando problematiche già presenti sul finire dell’anno scorso, tra cui l’aumento dei costi dell’energia e le disfunzioni delle catene logistiche globali, che rischiano di tradursi in un rallentamento della ripresa globale”, ha spiegato Di Maio in un messaggio inviato in occasione dell’evento “Seminar on Italian Smes” organizzato dall’Agenzia Ice al Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai, nei giorni scorsi.

La Farnesina è il motore dell’accelerazione emergenziale data ai processi di diversificazione delle rotte, dell’approvvigionamento delle fonti energetiche in chiave di sicurezza energetica e mitigazione dei prezzi, ma anche di transizione verde. La visita del ministro in Mozambico arriva dopo quelle in Algeria e Qatar, Congo e Angola. Incontri in cui è stato sempre accompagnato da Claudio Descalzi, ceo dell’Eni — azienda che ha rapporti profondi in questi territori.

“Così come già fatto con Algeria, Qatar, Congo e Angola, continuiamo a consolidare rapporti sull’energia, in modo da renderci autonomi dal gas russo e tutelare famiglie e imprese italiane”, dichiara il capo della diplomazia italiana attraverso un post su Facebook:  “Come Italia stiamo chiedendo all’Ue di intervenire per fissare il tetto massimo ai prezzi del gas, mitigare i costi dell’energia e creare un fondo compensativo per gli Stati membri”, aggiunge.

Il governo di Mario Draghi, venerdì 18 marzo, ha adottato in Consiglio dei ministri le prime misure concrete per abbassare i costi della benzina.

L’Africa può essere un’importante fonte di diversificazione per l’Europa— soprattutto per Paesi come l’Italia, che vie è geograficamente collegata — sia per le connessioni geopolitiche che per quelle economico-commerciali (che vedono Eni come attore di primo piano in quesì Paesi). Le debolezze del piano stanno sostanzialmente nelle tecnologie da ammodernare degli impianti di produzione, attualmente incapaci di soddisfare più domanda. Richiederebbero maggiori investimenti, che però a loro volta sono complicati dal contesto securitario degradato di certe regioni.

Nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, che custodisce reservoir di idrocarburi, il Mozambico soffre una condizione di instabilità tra le più delicate dell’Africa, con gli attacchi del gruppo armato baghdadista noto localmente come Al-Shabab o Al-Sunna wa Jamal (Aswj), che hanno massacrato i civili e portato più di 700.000 persone a fuggire dalle loro case.

L’insurrezione dura ormai da quattro anni e le forze armate locali non riescono ad avere la meglio sugli insorti jihadisti (per questa ragione una manciata di Berretti Verdi sono sul campo come consulenti militari). Della situazione nello specifico si è parlato anche nella riunione della Global Coalition che combatte lo Stato islamico, dove la sovrapposizione tra crescita della presenza jihadista e rischi per lo sviluppo africano (e per la cooperazione tra Africa e Ue) sono stati in cima all’agenda.

L’invasione russa dell’Ucraina ha portato una serie di scombussolamenti sia partici (sul mercato energetico) sia nel territorio più ampio delle relazioni internazionali. L’Italia non è l’unico paese che sta prendendo provvedimenti, sfruttando la necessità dell’approvvigionamento di energia sovrapposto alle dinamiche che riguardano la transizione energetica, a cui lo stesso Di Maio ha fatto riferimento in Mozambico.

Quest’ultimo è il tema successivo alla ricerca emergenziale di differenti supllier di idrocarburi. Per esempio, nei prossimi anni i Paesi Bassi aumenteranno in modo significativo la costruzione di parchi eolici offshore, raddoppiando la capacità prevista entro il 2030, nel tentativo di raggiungere gli obiettivi climatici e ridurre la propria dipendenza dal gas russo. Anche il governo italiano ha approvato la costruzione di sei nuovi parchi eolici a terra, dalla Sardegna alla Basilicata, e si è impegnato a sbloccare diverse decine di gigawatt di energia eolica offshore. Anche Londra starebbe per decidere modifiche alle regole di pianificazione per rendere più facile la costruzione di parchi eolici come parte della nuova strategia energetica

Ancora: da 15 aprile fino alla fine del 2022, la Francia aumenterà di mille euro il sussidio per il riscaldamento residenziale “virtuoso” ed eliminerà i sussidi per le nuove installazioni di stufe a gas. Di più: mercoledì il ministro dell’Energia belga ha presentato una nota ai membri principali del gabinetto in cui prospettava un disegno di legge da approvare entro la fine di marzo che estendeva la vita dei due nuovi reattori nucleari fino a 10 anni.

Contemporaneamente, la Germania — che aveva con la Russia la questione aperta del gasdotto Nord Stream 2 — si sta muovendo per sospendere i tagli ai sussidi per i nuovi pannelli solari e aumentare le offerte solari a 20 gigawatt entro il 2028 dai circa cinque gigawatt attuali, mantenendoli a quel livello fino al 2035 e sempre per questa data aumentare anche i volumi per l’energia eolica onshore a 10 gigawatt dai due attuali.



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