Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

La peggiore crisi nella storia dello Sri Lanka

Carenze di carburante, gas, carta e alcuni prodotti alimentari essenziali, nonché continue interruzioni dell’elettricità, hanno provocato diverse manifestazioni ed episodi di violenza. Il governo, con accuse da parte dell’opposizione e intrighi di nepotismo, ha dichiarato lo stato di emergenza. L’allarme delle Nazioni Unite

 

La crisi economica dello Sri Lanka, la più grave nella storia del Paese da quando è diventato indipendente nel 1948, sta colpendo i settori più inaspettati. Solo per fare un esempio, non c’è carta per stampare i giornali e due grandi quotidiani, The Island e Divaina, hanno dovuto sospendere l’edizione cartacea per restare soltanto online, come si legge sul settimanale Internazionale.

Circa 4,5 milioni di studenti non hanno potuto presentare gli esami, sempre per mancanza di carta e inchiostro per i test, e c’è una carenza di energia elettrica, che provoca continui black out con conseguente aumento dei prezzi. Anche la compagnia aerea Air India è colpita dalla crisi e ha annunciato la riduzione della frequenza dei suoi voli verso lo Sri Lanka, per il calo della domanda.

L’inflazione è salita al 17,5% e il nuovo ministro delle Finanze, Ali Sabry, si è dimesso a solo un giorno dalla nomina. La coalizione del presidente Gotabaya Rajapaksa ha perso la maggioranza in Parlamento e il governo è stato oggetto di dure contestazioni a causa della crisi. “Sebbene mi rammarichi per i disagi causati – ha spiegato il ministro uscente Sabry – credo di aver sempre agito nel migliore interesse del Paese. Saranno necessarie misure nuove, proattive e non convenzionali per risolvere le difficoltà”.

Le proteste per la situazione del Paese continuano e l’invito all’opposizione a formare un governo di unità nazionale per trovare una soluzione non è riuscito a calmare i disordini.

Secondo Nikkei, migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere le dimissioni di Rajapaksa e del fratello maggiore, Mahinda Rajapaksa, che funge da primo ministro ed è stato anche lui alla guida del Paese.

Oltre alle dimissioni di Sabry, hanno rimesso l’incarico Basil Rajapaksa, fratello minore del presidente e del primo ministro e il ministro della Gioventù e dello Sport, Namal Rajapaksa, figlio di Mahinda Rajapaksa e nipote dell’attuale presidente.

“Hanno rovinato il Paese e ora ci invitano a unirsi e condividere le responsabilità del loro malaffare – ha dichiarato Rajaputhiran Rasamanickam, leader del partito d’opposizione Tamil National Alliance -. Noi vogliamo che i Rajapaksa se ne vadano tutti, non solo due o tre”.

L’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha dichiarato che segue da vicino “gli sviluppi in Sri Lanka, dove nei giorni scorsi le autorità hanno annunciato lo stato di emergenza e altre restrizioni, in risposta alle proteste di massa contro la peggiore crisi economica del Paese da decenni”.

Nelle ultime settimane, lo scenario è peggiorato a causa di improvvise carenze di carburante, gas per cucinare e alcuni prodotti alimentari essenziali, nonché interruzioni dell’elettricità. “Ciò ha portato a ulteriori proteste da parte degli srilankesi – spiega l’Onu -, lasciati disperati dall’aumento del costo della vita e dalle difficoltà nell’ottenere beni di prima necessità”.

Il governo ha dichiarato lo stato d’emergenza il 1° aprile, annunciando un coprifuoco di 36 ore. “Ci sono state anche segnalazioni di violenza eccessiva e ingiustificata della polizia contro i manifestanti – sottolinea l’Onu – […]  Siamo preoccupati che tali misure siano volte a prevenire o scoraggiare le persone dall’esprimere legittimamente le proprie lamentele attraverso proteste pacifiche e che vanifichino lo scambio di opinioni su questioni di interesse pubblico”.

“Ricordiamo alle autorità dello Sri Lanka – conclude l’ufficio Onu – che le misure relative agli stati di emergenza devono essere conformi al diritto internazionale sui diritti umani, dovrebbero essere limitate nella misura strettamente richiesta dalla situazione ed essere proporzionate ad essa e non dovrebbero essere utilizzate per soffocare il dissenso o ostacolare proteste pacifiche”.

Per il momento, il primo ministro ha proceduto ad un rimpasto di governo, senza particolari effetti. Le manifestazioni continuano, così come gli episodi di disagio e violenza.

×

Iscriviti alla newsletter